Alessandria (Max Corradi) – Messi alle corde da Emanuele Locci (Fratelli d’Italia) sulla moltiplicazione degli stipendi ai dirigenti di Amag, i boiardi del potere mandrogno che si occupano di informazione (raccontando solo balle) si sono affrettati a trovare un buon motivo per convincere i cittadini a fidarsi della dirigenza della partecipata di gas e acqua che, da quando è sindaca Rita Rossa, è cambiata quattro volte ed ha ridotto l’azienda, dalla gallina dalle uova d’oro che era ai tempi di Repetto, ad un colabrodo.
Piena di debiti (circa 8,5 milioni) con le banche molto titubanti a darle credito, sta vivendo una forte crisi di liquidità il che vuol dire in vernacolo: “Bambole non c’è una lira”. Tra gli argomenti a propria difesa, De Capitani (nella foto), Bressan e compagni rivendicano il fatto di aver salvato Amiu fallita. Beh, se l’argomento qualificante è questo, siamo a posto, in quanto quella di Amiu è, insieme alla dichiarazione di dissesto, la vicenda più drammaticamente paradossale tra le tante che hanno costellato il cammino kafkiano di questa Giunta comunale che detiene, non bisogna mai dimenticarlo, la stragrande maggioranza delle quote (74%) in Amag.
Per dimostrare che il dissesto approvato da questa maggioranza alle sei del pomeriggio di venerdì 6 luglio 2012, con delibera di consiglio comunale n. 61, sia stato un colpo di mano, sta il fatto che i sinistri reggitori della cosa pubblica erano talmente ignoranti sull’effettiva situazione finanziaria del Comune di Alessandria che per approvare il rendiconto del 2012 (bilancio di chiusura) ci avrebbero messo due anni stilando ben quattro bilanci diversi riferiti allo stesso 2012 mandati a Roma per competenza, fino a quando l’esausto professor Verde del Ministero degli Interni, constatata l’incapacità oggettiva di questa Giunta e del suo ragioniere capo Mago Zac a far di conto, non decideva di tagliare la testa al toro e mandare a Palazzo Rosso quattordici prescrizioni obbligatorie da seguire fino al termine della legislatura, commissariando, de facto, il nostro Comune.
E c’è da chiedersi come sia stato possibile votare un dissesto in quelle condizioni e su che base, neppure due mesi dopo essere stati eletti. Forse in base alla famigerata e molto, troppo sospetta deliberazione n. 260/2012 del 12 giugno 2012 della Sezione Regionale di Controllo per il Piemonte della Corte dei Conti, tanto caldeggiata dal dottor Astegiano, buon amico di Ezio Guerci compagno di vita della sindaca Rossa?
E che è? Non potevano opporsi e fare ricorso al Tar come fanno tutti, vincendo sempre?
Con la stessa leggerezza con cui hanno voluto il dissesto questi qua hanno fatto fallire Amiu dopo che la sindaca aveva inopinatamente annullato la gara per l’ottenimento della concessione del servizio di nettezza urbana vinta regolarmente dall’associazione temporanea di impresa Amiu – IREN, in forza d’un contratto che garantiva i posti di lavoro ed il rilancio dell’azienda. Niente, hanno preferito, per motivi meramente politici (dare tutta la Regione in mano ai trinariciuti per quanto riguarda i servizi principali anche a costo di licenziare e danneggiare le aziende) far fallire Amiu e regalarla ad Amag che però, essendo gestita coi piedi, è piena di debiti e non sa come fare ad andare avanti. Danno erariale? Chissà.
Sarebbe bello, a questo punto, sapere almeno quale sia il piano industriale di Amag per i prossimi cinque anni perché, a parte le sparate riprese dai solerti pennivendoli (ma soprattutto pennivendole anche un po’ presuntuosette, almeno tanto quanto ignoranti) di regime che scrivono senza capire cosa stanno facendo, in merito si sa solamente che si vuole triplicare lo stipendio a qualcuno.
Questi qua non saranno populisti, ma incapaci sì, e trinariciuti pure.
E gestiscono, male, anzi malissimo, la cosa pubblica coi soldi dei contribuenti.
E io pago!
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