Alessandria (Max Corradi) – L’altro giorno i tre commissari dell’Organo Straordinario di Liquidazione nominati dal ministero dell’Interno per gestire il dissesto di Alessandria votato da questa giunta nel giugno 2012 (era appena insediata e il dissesto è stato il primo atto amministrativo approvato) hanno presentato una relazione del loro lavoro, un lavoro apprezzabile, ben fatto e terminato nei tempi previsti. In base alla loro relazione si è scoperto che al Comune di Alessandria spetta la somma di ben 11.379.000 euro avanzati dalla Giunta precedente. E siamo al secondo colpo di scena perché, dopo il riconoscimento della normativa che rende legittima l’azione della Giunta di centrodestra capeggiata dall’allora sindaco Piercarlo Fabbio sulla decadenza a bilancio dei residui (http://www.alessandriaoggi.info/index.php?option=com_k2&view=item&id=1425:colpo-di-scena-al-processo-contro-la-giunta-fabbio-e-emerso-che-la-legge-da-ragione-a-fabbio-ravazzano-e-vandone&Itemid=102) e che smonta l’impianto accusatorio del processo contro Fabbio, Ravazzano e Vandone (chissà se i giudici se ne sono accorti), ora si viene a sapere che quel cattivone del’ex sindaco Fabbio non era uno spendaccione ma una formichina perché ha lasciato in eredità alla signora Rossa una dote milionaria. Incredibile ma vero.
Vediamo come e perché. Da gennaio a maggio del 2012 (Giunta di centrodestra) l’allora ragioniere capo dottor Paolo Ansaldi, succeduto al dottor Carlo Alberto Ravazzano, aveva pagato una cinquantina di milioni di fatture ai fornitori (e ciò dimostra che il Comune di Alessandria non era certo in dissesto) e aveva incassato crediti per circa venti milioni per cui la differenza a saldo era di una trentina di milioni che riguardavano fatture emesse prima del 31 dicembre 2011. Dopo la dichiarazione di dissesto tutta la contabilità fino al 31 dicembre 2011 era di pertinenza dell’Organo Straordinario di Liquidazione (i tre commissari) e quelle fatture rientravano proprio nella sua competenza. Il Comune, quindi, chiedeva indietro i soldi pagati da Ansaldi e i commissari accettavano di renderli al 40% come concordato con tutti i creditori. Al netto di spese ed accessori vari, il Comune di Alessandria si è vista cadere dal cielo la manna di una somma milionaria molto utile per le sue casse asfittiche.
Ma non è finita perché, andando a scartabellare, si viene anche a sapere che il totale dei creditori a pieno titolo non è di 1843 come ha sempre sbandierato Rita Rossa ma di 123. Incredibile ma vero, in quanto 698 di loro non hanno titolo, 350 hanno un titolo di credito parziale e 672 sono dipendenti del Comune che vantano ancora un milioncino in tutto fra ferie retribuite, tredicesime ed altro. Insomma, anche in questo caso, questa giunta di sinistra, dati alla mano, ci ha sempre raccontato un sacco di balle.
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