Como (da Il Giorno) – È stato ucciso a coltellate, questa mattina alle 7 in piazza San Rocco, don Roberto Malgesini, 51 anni, valtellinese, il prete degli ultimi, come era conosciuto in città. Il sacerdote è stato colpito con una serie di fendenti, tra cui uno letale al collo, e lasciato a terra in fin di vita non lontano dalla chiesa. È morto prima dell’arrivo dei soccorritori.
A sferrare le coltellate sarebbe stato un 53enne tunisino, senzatetto e con problemi psichici, che si è poi costituito?. L’uomo, con piccoli e vecchi precedenti penali e più di un decreto di espulsione dall’Italia, dormiva nei posti letto messi a disposizione dei senzatetto dalla parrocchia. Si è presentato intorno alle 7:30 nella caserma dei carabinieri di Como, che dista 400 metri dal luogo del delitto, affermando di aver appena ucciso don Roberto. Durante la sua spontanea confessione agli uomini dell’Arma, l’uomo ha alternato dettagli precisi a frasi sconnesse. Poco distante dal luogo dell’aggressione gli uomini della scientifica hanno ritrovato un coltello sporco di sangue. Il movente del gesto è ancora sconosciuto. Le indagini sono affidate alla squadra Mobile della polizia.
Secondo una prima ricostruzione dell’omicidio, don Roberto stava iniziando il suo giro di distribuzione delle prime colazioni. Sotto casa, nella canonica di San Rocco c’è ancora la sua Panda grigia con tutto il necessario. Probabilmente il sacerdote ha trovato l’aggressore ad aspettarlo: era una persona che don Roberto conosceva, un senza tetto al quale forniva assistenza e con il quale pare fosse anche in buoni rapporti. Resta da capire cosa sia successo tra i due, perché non vi
sarebbero testimoni dell’aggressione.
Don Malgesini non aveva una parrocchia, ma la sua pastorale era quella dell’assistenza ai bisognosi. Era conosciuto per il suo impegno a favore degli migranti, portava la colazione ai senzatetto e assisteva tutte le situazioni di marginalità. Viveva nella parrocchia di San Rocco, a pochi passi dal punto dove è stato accoltellato. Il quartiere di San Rocco, all’ingresso della convalle di Como, con molte case vecchie, da tempo è abitato principalmente da immigrati.
Il vescovo Oscar Cantoni è arrivato sul luogo dell’omicidio e ha benedetto la salma prima che fosse portata via dagli addetti ai servizi funebri. Cantoni ha manifestato “grande dolore e orgoglio della chiesa di Como per un sacerdote che ha donato la vita a Gesù per gli ultimi” e questa sera in cattedrale reciterà un rosario per don Roberto. Sul luogo del delitto, a pochi metri dall’ingresso della chiesa di San Rocco, si è formata una folla di fedeli, parrocchiani e immigrati. Il feretro alla partenza è stato accompagnato da un applauso. “Dov’è il don? No, non può essere lui” dice un immigrato ad alta voce. Il sindaco di Como Mario Landriscina ha annunciato che proclamerà il lutto cittadino.
Era una persona gentile e mite, così lo descrive chi ha conosciuto Don Roberto. Era stato multato per avere distribuito la colazione ai senzatetto in città ”sfidando” le regole imposte dalla giunta di centrodestra. Alla fine dell’anno scorso, quando il sindaco Landriscina aveva vietato la distribuzione di alimenti ai poveri tra le proteste della Caritas, Don Roberto e altri volontari avevano continuato a sfamarli e la polizia locale gli aveva inflitto una multa, poi ”archiviata”. “Non aveva reagito – ricorda chi gli stava vicino – niente commenti, né interviste”
La città di Como nel gennaio del 1999 aveva vissuto un fatto tragicamente simile: a Ponte Chiasso venne ucciso a coltellate il parroco Don Renzo Beretta, da un immigrato al quale aveva dato accoglienza.