di Andrea Guenna – Io sono stato in Congo, a Bukawu, Nyantende, Bujumbura (Burundi), naturalmente dopo aver girato in lungo e in largo l’altopiano del Kivu. Appena sono arrivato nel seminario di Bukawu, retto dai frati Saveriani che mi hanno ospitato, sono stato chiuso in camera tre giorni e tre notti perché avevano appena ammazzato uno studente universitario e c’era il coprifuoco. Ho visto cose da non credere e non mi meraviglio della reazione di questa donna congolese che ha aggredito Salvini a Pontassieve gridando in modo ossessivo: “Vedrai il sangue… io ti maledico”. Un essere che non sa dominarsi. Ma quello che mi lascia esterrefatto è che la signorina africana che ha aggredito il leader della Lega, maledicendolo e strappandogli la camicia ed il rosario dal collo, non è, come vorrebbe far credere la sinistra, una pazza, perché lavora per il Comune di Pontassieve retto proprio da Pd. Si chiama Auriane Fatima Bindela, trent’anni, con regolare permesso di soggiorno. Di lei dicono che è ben inserita sia dal punto di vista sociale che lavorativo, impegnata in un progetto di servizio civile per l’educazione scolastica e ambientale ed è quindi smentita la notizia fatta circolare dai compagni per cui Auriane Fatima Bindela sarebbe affetta da problemi psicofisici, come era stato detto appena dopo l’aggressione. I suoi amici confermano invece che si tratta di “una ragazza intelligente, Laureata (in Congo) e pacifica, che forse ha solo perso la lucidità per un minuto”. Vive stabilmente in Italia e amici e conoscenti, sentiti dalle Forze dell’ordine e dai giornalisti sul posto, confermano che sia in ottima salute fisica e mentale. Auriane è impegnata nel servizio civile del Comune nel progetto “La scuola, l’ambiente la comunicazione istituzionale”.
No comment.