Abbiamo letto articoli di giornale titolati “Gli autovelox arrivano in città”, quindi, nell’attesa di verificare il testo ufficiale contenente le proposte di modifica, non ci possiamo esimere da alcune considerazioni.
La sensazione è che si tratti semplicemente di consentire ai comuni di far cassa, cioè, l’ennesimo tentativo di strumentalizzare le migliaia di morti, le centinaia di migliaia di feriti e le decine di migliaia degli invalidi che ogni anno sono vittime sopra i 308.000 chilometri di strade italiane.
Naturale rimpinguare le casse comunali salassando il cittadino laddove è più facile colpire il portafoglio visto che il lock down, con il blocco della circolazione, ha lasciato all’asciutto i Comuni non essendoci state sanzioni per violazioni del Codice della Strada.
Inoltre, l’esperienza acquisita con gli autovelox ci fa subito pensare che la sicurezza stradale sia solo un pretesto per attivare una macchinetta mangiasoldi. Infatti, la maggior parte delle postazioni fisse di rilevazione della velocità sono illegittime e non servono per ottenere risultati in termini di sicurezza. Limitandosi ad alcuni aspetti abbiamo riscontrato che spesso:
- in violazione della direttiva del Ministero dell’Interno prot. n. 300/A/5620/17/144/5/20/3 del 21.7.2017 le postazioni sono installate senza istruttoria o con un’istruttoria insufficiente o inadeguata;
- nel tratto di strada interessato NON esiste un fenomeno infortunistico grave relativo all’inosservanza delle disposizioni in tema di velocità e di soprasso. In particolare, NON esiste uno studio statistico della situazione infortunistica con riferimento ai sinistri che si sono verificati negli ultimi cinque anni con l’indicazione, per ciascun sinistro, delle presumibili cause e delle conseguenze alle persone o alle cose che ne sono derivate;
- non c’è una relazione che evidenzi le caratteristiche del traffico con riguardo sia alla composizione, sia ai volumi al fine di verificare quanti veicoli transitano, di che tipologia, a quali velocità;
- non ci sono concrete difficoltà operative nel procedere alla contestazione immediata delle violazioni;
- le postazioni non sono correttamente presegnalate né ben visibili. La casistica è ampia avendo riscontrato postazioni coperte, in prospettiva, dalla presenza di altri segnali; segnali di preavviso collocati tra la segnaletica pubblicitaria distraente, mancanza di segnali sulla postazione eccetera.
A quanto sopra aggiungiamo che per contenere effettivamente la velocità, soprattutto in città, è spesso necessario intervenire sull’infrastruttura stradale (a esempio tramite apposizione di rallentatori a effetto acustico, realizzazione di una rotatoria o di un impianto semaforico ovvero di dossi artificiali), costringendo materialmente l’utente a ridurre la velocità.
L’autovelox, invece, solo eventualmente e in modo indiretto può influire sulla velocità. Inoltre, se l’autovelox, una volta installato, continua a produrre centinaia di sanzioni (con i veicoli che evidentemente proseguono a violare i limiti di velocità) significa che è uno strumento inefficace perché non consente un’effettiva riduzione della velocità.
Dunque, anziché inventarsi ulteriori occasioni per sanzionare i cittadini non sarebbe forse da sanzionare il gestore della strada che, consapevole del reiterato superamento di velocità, omette di modificare l’infrastruttura stradale e/o la segnaletica esistente?
In sintesi, ecco che sta per partire un micidiale multificio: miliardi di euro sottratti ai cittadini grazie agli stalli di sosta e parcheggi a pagamento attivati con provvedimenti illegittimi, grazie agli stalli di sosta eliminati per far posto ai dehors che servono per la movida creando danni ai cittadini, agli autovelox di tutti i tipi installati nei punti dove non ci sono stati incidenti ma che permettono a chi guida una velocità più alta senza che se ne accorga vista l’insonorizzazione delle nuove autovetture.
Al contrario, per creare la vera sicurezza stradale, non si vede un vigile redigere un verbale per una buca nella strada o nel marciapiede, tanto meno si vede verbalizzare per una segnaletica stradale verticale installata in violazione del Codice della Strada (leggi e direttive del Ministero delle Infrastrutture) oppure per la mancata manutenzione del verde pubblico prospicente la strada e via dicendo.
Due pesi e due misure: verbali al cittadino che costretto o ignaro di violare il Codice della Strada e nessun verbale a carico del sindaco (gestore della strada) quando viola quanto prescritto dallo stesso Codice della Strada.
Non solo, ma se parliamo di sicurezza stradale, a quanto ci risulta, nessuno dei 7.914 sindaci italiani si è dotato degli strumenti essenziali per organizzare la circolazione e sosta dei veicoli dotandosi di questi strumenti essenziali a creare la vera sicurezza stradale: il Catasto Informatizzato delle strade, il Catasto Informatizzato della segnaletica stradale e il Piano Urbano del Traffico per monitorare, ogni giorno, 24 ore su 24, chi e con quali veicoli entra ed esce dal territorio.
La scusa che sentiamo da decenni quando sollecitiamo l’attuazione di detti strumenti è che non hanno le risorse per attivarli ma a smentirli è il fatto che non hanno mai destinato gli incassi delle contravvenzioni per attivarli.
Ora, spetta a noi cittadini decidere se restare nel torpore, subendo continue vessazioni oppure risvegliarsi e opporsi a scelte che producono solo oneri ingiustificati e sempre più difficoltà per le famiglie.
L’invito è a usare le mail e altri sistemi di contatto per chiedere al Governo e ai parlamentari d’intervenire, cassando la parte autovelox e il varo di una norma che obblighi i gestori della strada a trasferire giornalmente le sanzioni riscosse come segue:
- il 40% al Ministero dell’Interno,
- il 40% al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti,
- il 10% alla locale Polizia Municipale,
- il 10% all’Ufficio Tecnico del Comune per la predisposizione del Catasto Informatizzato delle strade della segnaletica stradale tenendoli quotidianamente aggiornati.