di Andrea Guenna – Ghiacciai che si sciolgono, rocce che si sgretolano, temperatura che si alza, bombe d’acqua, trombe d’aria e chi più ne ha più ne metta. Tutto questo, e molto altro, costituisce la paccottiglia di sciocchezze che certi pseudo scienziati, anche quelli diplomati all’istituto di agraria, propinano agli italiani che, evidentemente, sono considerati un branco di ignoranti e di creduloni. Ebbene, che il clima non stia cambiando in maniera sensibile lo dimostrano le puntuali nevicate in altura di questi giorni. Nevica sugli alpeggi, e la cosa non deve meravigliare perché da sempre è così. Lasciando perdere per un attimo solenni corbellerie come le bombe d’acqua che non esistono essendo normali acquazzoni estivi che una volta non facevano danni ma oggi sì non per colpa loro ma per colpa dei politici che consentono cementificazioni e lavori pubblici malfatti, gli alberi che cadono non per colpa di presunti nubifragi ma semplicemente perché le radici, per la cementificazione, non si sviluppano e i tronchi non tengono più, per cui si spezzano, registriamo con piacere una serie di nevicate sulle Alpi piemontesi col Monviso imbiancato tra sabato e domenica a 2700 metri. E quei burloni dei climatologi si guardano bene dal dire che di nevicate settembrine se ne sono viste sempre, come quelle del 1993, del 1994, del 2003, del 2008, del 2009, del 2010, del 2011, del 2012, del 2013.
E se a Cuneo nevica, ad Alagna Valsesia, sul Monterosa, assistiamo alla nevicata che ha imbiancato Capanna Margherita (nella foto sopra) nella data esatta dell’inaugurazione della ricostruzione del rifugio più alto d’Europa (che era avvenuta il 30 agosto 1980). Domenica è apparsa abbondantemente coperta di neve per cui si sono moltiplicate le foto postate sui social che hanno riscosso un grande successo con migliaia di like e centinaia di condivisioni.
Alla faccia dei cambiamenti climatici che non ci sono, almeno nella misura in cui ci vogliono far credere le élites che, per questo, investono nei nuovi mercati green e che hanno anche dato fuoco all’Australia, al Congo, all’Indonesia e all’Amazzonia (nella foto a lato), bruciando quasi 20 milioni di ettari di bosco e causando un aumento dell’anidride carbonica che è cibo per le piante, per cui, se le piante diminuiscono, aumenta.
Come vogliono farci credere anche altre cose che non esistono.
Ma per fortuna, come sempre, la verità viene sempre a galla.
L’unica speranza è che venga a galla in tempo.