Castello d’Annone – Tra i volontari della Croce Rossa che prestano servizio all’hub di Castello d’Annone, dove nei giorni scorsi sono scappati nove migranti, pare esserci tranquillità. O perlomeno questo è quello che traspare dalle parole di Stefano Robino, presidente della Croce Rossa di Asti: “Il tema è delicato – spiega – ma noi siamo parte di un sistema, non siamo quelli che decidono. C’è una legge dello Stato che dà la gestione dei richiedenti asilo alla Cri. Eseguiamo direttive nazionali cercando di farlo nel migliore dei modi”.
In molti guardano alle fughe delle scorse ore, 9 richiedenti asilo tunisini scappati dall’Hub di Annone.
“Il nostro è un mondo che si poggia su valori, certezze, e regole – prosegue – questo è ciò che conta. Tutto il resto sono chiacchiere da social. Battute infelici o poco più”.
La vera novità per il personale della Cri è la presenza di minori. “Non ne abbiamo mai assistiti sino ad ora – annota – più di una volta ci siamo chiesti cosa avremmo dovuto fare se ne fossero arrivati. Ora sappiamo che dobbiamo solo preoccuparci dei loro bisogni, della loro salute e di farli vivere la permanenza come se fossero nostri figli o nipoti”.
Con il passare delle ore la situazione è migliorata.
“Abbiamo spiegato loro che tutte queste misure sono dettate dall’emergenza Covid. Abbiamo detto loro che questo non è un centro di detenzione, ma solo un luogo dove passare 14 giorni di quarantena per la loro sicurezza e quella dei cittadini italiani”.
Molti hanno capito, altri faticano ancora ad accettare l’idea. Di fatto, però, tutto sembra, adesso, un po’ più sereno.