Acqui Terme (AL) – Dopo Tortona anche Acqui Terme si ribella al dictat di Antonio Saitta in merito alla “riforma degli ospedali” in Piemonte. Sono già 18.000 le firme di chi si oppone al declassamento dell’ospedale della città col Dea che diventerà Pronto soccorso semplice. Il rischio è di cancellare alcuni servizi essenziali quali la cardiologia e la rianimazione. Anche la città termale vuole ricorrere al Tar e il sindaco Bertero ha già dato incarico ad un legale di predisporre il ricorso. Le motivazioni principali della fiera opposizione degli acquesi sono essenzialmente due: il rischio della distanza e la mancata consultazione dei diretti interessati al servizio da parte della Regione. Nel primo caso molti pazienti per essere ricoverati, anche se in gravi condizioni, dovranno essere trasportati affrontando tragitti chilometrici che dividono una serie di paesi dell’Acquese dall’ospedale di Alessandria. In secondo luogo ci si oppone fermamente a quella che è considerata una delibera di variazione sostanziale del piano sanitario regionale adottata senza seguirne le procedure, che prescrivono consultazioni e confronti che non sono stati fatti. Data anche la vocazione turistico-riabilitativa della città termale la proposta alla Regione è quella di creare un centro d’eccellenza per la riabilitazione cardiologica post-operatoria.
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