Alessandria (Piero Giacobone) – Come anticipato da queste colonne il 30 settembre scorso (per leggere clicca http://www.alessandriaoggi.info/index.php?option=com_k2&view=item&id=743:unione-dei-comuni-si-procede-a-colpi-di-proroghe&Itemid=136) per quanto riguarda la chiusura delle comunità montane della nostra provincia siamo all’ennesima proroga, ergo, coloro i quali si occupano di questi enti, invece di lavorare, evidentemente scaldano le sedie, e per questo prendono anche i compensi che paghiamo noi cittadini, una vergogna. La settimana scorsa è stata approvata la legge regionale che proroga perfino l’assegnazione delle funzioni legate all’agricoltura per “garantire continuità nella gestione delle funzioni amministrative in vista del riordino complessivo della materia”. Tutto iniziò sei anni fa in occasione della Legge Finanziaria 2008 (L. 244/2007) con la quale si decise di ridurre l’autonomia delle Comunità Montane contestualmente alla diminuzione dei fondi erariali in loro favore, e alla loro presenza sul territorio. Questa normativa era recepita in Piemonte dalla legge regionale 28 settembre 2012, n. 11 per la quale devono essere costituite le Unioni Montane in forza dell’aggregazione volontaria delle Amministrazioni del territorio interessato. La normativa prevede che i Comuni sotto i 5000 abitanti in pianura e sotto i 3000 abitanti in montagna debbano gestire in forma associata le funzioni fondamentali attraverso l’unione o la convenzione. L’articolo 19 del decreto 95 ha ridefinito le funzioni fondamentali, che sono: organizzazione generale dell’amministrazione, gestione finanziaria e contabile, e controllo; organizzazione dei servizi pubblici; catasto; pianificazione urbanistica ed edilizia di ambito comunale; pianificazione di protezione civile e coordinamento dei primi soccorsi; organizzazione e gestione dei servizi di raccolta e smaltimento rifiuti e relativi tributi; edilizia scolastica, organizzazione e gestione dei servizi scolastici; polizia municipale e polizia amministrativa locale; tenuta dei registri di stato civile. Ancora quest’anno, a sette anni dalla promulgazione della legge statale e a due anni dall’emanazione di quella regionale, la Regione Piemonte ha stanziato altri 6 milioni per tenere in vita le Comunità Montane non ancora chiuse (nella nostra provincia, tutte). I Comuni avrebbero dovuto gestire in forma associata almeno tre delle funzioni previste entro il 1° gennaio 2013 e le altre entro il 1° gennaio 2014. Nonostante tutti i proclami e le tanto sbandierate buone intenzioni da parte dei politici a tutti i livelli (è evidente che ci prendono per il culo), le Unioni, costituite sulla carta ma inattive, non sanno nemmeno di cosa devono occuparsi mentre sono sorte parecchie difficoltà per trovare accordi addirittura su chi debba fare il presidente e persino sui rappresentanti delle minoranze, come sta avvenendo per l’Unione Terre Alte che riguarda i 9 Comuni di alta Val Curone e alta Val Borbera. Come abbiamo ampiamente anticipato mesi fa noi di Alessandria Oggi, la giunta regionale aveva prorogato l’incarico ai commissari liquidatori fino al 31 dicembre 2014, commissari che sono in carica da ben otto mesi, in piena contraddizione con le loro prerogative per cui dovrebbero intervenire con la massima celerità. L’unica certezza invece è che è stata decisa un’altra proroga fino al settembre dell’anno prossimo, esattamente come hanno già fatto due anni fa e l’anno scorso. Tutto ciò perché non sono stati ancora in grado di redigere il piano di riparto dei debiti, dei crediti e dei beni delle comunità. Tempi biblici (commissari e non) per un lavoro banale, che un ragioniere qualsiasi farebbe in due ore. I commissari nominati ad aprile di quest’anno per le due comunità della nostra provincia sono due avvocati. La Terre del Giarolo è stata assegnata a Cesare Italo Rossini avvocato di Alessandria, la Appennino Aleramico Obertengo a Paolo Caviglia, ex sindaco di Vignole Borbera, attuale consigliere di opposizione, già presidente dell’allora Comunità montana Valli Borbera e Spinti ed esponente del Carroccio.
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