Trapani – Sono stati fermati due dei 67 migranti sbarcati due giorni fa dalla nave Diciotti della Guardia Costiera Italiana. Le indagini, coordinate dalla procura di Trapani, condotte dalla Polizia di Stato insieme al Nucleo Speciale di Intervento del Comando Generale delle Capitanerie di Porto di Roma, hanno accertato il ruolo di due migranti, un sudanese e un ganese, finora indagati per violenza privata, nell’aggressione subita dall’equipaggio della nave Vos Thalassa che li aveva soccorsi. Grazie alle indagini svolte dagli uomini della Squadra Mobile di Trapani, insieme al Servizio Centrale Operativo e al N.S.I., la Procura della Repubblica ha deciso di modificare le accuse contestando i reati di resistenza, violenza e minaccia a pubblico ufficiale e concorso in favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e ha emesso un provvediemento di fermo a carico dei due uomini. Soccorsi mercoledì 8 luglio scorso dal rimorchiatore italiano Vos Thalassa nel mare libico insieme agli altri migranti con cui viaggiavano verso la Sicilia, i due hanno aggredito alcuni membri dell’equipaggio temendo di essere riportati in Libia. L’episodio, denunciato dalla Vos Thalassa, ha determinato l’intervento della Guardia Costiera che ha preso a bordo tutti i profughi salvati dal rimorchiatore. Per accertare come effettivamente si fossero svolti i fatti, un team composto da uomini della Squadra Mobile di Trapani, dello S.C.O. e del N.S.I., si era recato in elicottero a bordo della Vos Thalassa e aveva interrogato l’equipaggio della nave che aveva subito le violenze. Secondo le testimonianze raccolte dagli investigatori, i fermati hanno minacciato e aggredito un marinaio di guardia, il primo ufficiale e il comandante. In particolare, avrebbero costretto quest’ultimo a compiere un atto contrario ai propri doveri, minacciandolo di morte, insieme ad altri migranti di colore, mimando il gesto di tagliargli la gola e di gettarlo in mare. Stessa sorte avrebbe avuto il primo ufficiale. L’aggressione ha costretto il comandante della Vos Thalassa a invertire la rotta, fare ritorno al punto di soccorso e richiedere con urgenza l’intervento delle autorità italiane per evitare l’incontro con motovedette libiche e scongiurare una situazione di grave pericolo. Il rimorchiatore ha così fatto rotta verso nord (cioè verso le coste italiane) per ricevere i soccorsi della nave militare Diciotti, che poi è attraccata a Trapani con i migranti domenica 12 luglio.
Intanto, nonostante le dichiarazioni dei giorni scorsi in conferenza stampa, il governatore della Sicilia Nello Musumeci non ha ancora proceduto alla chiusura dei porti siciliani in quanto sarebbe in corso una lunga trattativa con la ministra degli Interni Lamorgese i cui sviluppi non sono ancora noti.