Cgil, Cisl, Uil: “Occorre rimediare in fase di conversione in legge del decreto per non lasciare soli questi lavoratori”
Nel “Decreto Rilancio”, che stanzia ben 26 miliardi per le misure sul lavoro, di cui 16 per la proroga degli ammortizzatori sociali, dobbiamo purtroppo costatare che non si prevedono norme a tutela del reddito dei frontalieri italiani per chi non gode già della copertura della Naspi e cioè lavoratori con contratti brevi, stagionali, atipici, colf, badanti e parasubordinati che sono migliaia, tra Svizzera, San Marino, Principato di Monaco e altre frontiere italiane.
L’orientamento assunto con l’approvazione dell'”Ordine del Giorno Alfieri” nello scorso aprile al Senato – che impegnava il Governo a valutare l’opportunità di riconoscere ai lavoratori frontalieri l’indennità, i congedi parentali e/o sostegno al reddito con surroga dell’Inps, per lavoratori autonomi, subordinati e parasubordinati, che ne fossero sprovvisti – è stato disatteso.
Auspichiamo che, in fase di conversione in legge del decreto, tutte le forze politiche lavorino nelle prossime ore nella stessa direzione per non perdere l’ultima occasione e non lasciare senza tutele una categoria di lavoratori troppo spesso dimenticata, individuando lo strumento più adeguato, tra quelli introdotti nel decreto, per dare una risposta concreta a migliaia di lavoratori frontalieri italiani che durante questa fase di emergenza sanitaria hanno perso il lavoro e sono esclusi dagli strumenti di protezione del reddito.
I rappresentanti nazionali dei Csir (Irtuc Cse)
Cgil
Giuseppe Augurusa
Cisl
Luca Caretti
Uil
Pancrazio Raimondo