Alessandria (Andrea Guenna) – “Reddito e casa per tutti” è lo slogan che ripetevano gli attivisti del “Movimento per la casa” entrati a Palazzo Rosso dopo uno sfratto rocambolesco effettuato dall’ufficiale giudiziario accompagnato dal fabbro che ha smontato la serratura per entrare alle sei della mattina in un appartamento al secondo piano fra Via Savonarola e Via Mazzini. Dentro c’erano, ancora a letto, Claudia Lavincu, una rumena in Italia da undici anni, suo fratello con la moglie italiana ed il figlioletto Alessandro di tre anni. Una scena struggente, col bambino che piangeva terrorizzato, l’uomo che imprecava e che, per difendere la sua famiglia, ha fatto comprensibile resistenza nei confronti di fabbro, ufficiale giudiziario, avvocatessa e praticante, in una zuffa che si è conclusa solo con l’arrivo di ben quattro Volanti della Polizia. Quasi subito sono arrivati anche alcuni giovani del “Movimento per la Casa”.
Da circa un anno non pagava l’affitto e lo sfratto è stato l’esito scontato della vicenda. Chi scrive comprende profondamente il disagio della famiglia sfrattata, ed esprime la sua sincera solidarietà, anche se osserva che c’è stato tutto il tempo per poter trovare una soluzione. A patto che una soluzione ci fosse. Tuttavia non è mio compito, da cronista, dare giudizi morali. Ma politici sì. E mi chiedo come mai una Giunta di sinistra (o sedicente tale) non abbia preso a cuore la situazione drammatica di tante famiglie alessandrine che sono nelle stesse condizioni di quella sfrattata ieri mattina. E me lo chiedo, non per polemica o per perbenismo, non è da me, ma perché sono seriamente preoccupato per la situazione generale che è drammatica. E, mentre apprezzo l’intervento dei manifestanti che hanno occupato il Municipio calzando la maschera bianca di Guy Fawkes, protagonista del film “V per Vendetta” diretto da James McTeigue nel 2005, da liberale (giacobino, sia chiaro, non liberale pantofolaio), mi chiedo se non sia dimostrato per l’ennesima volta che la politica socialista o “socialisteggiante” (su cui molti marciano per avere consenso facile) non funziona perché non dà rimedi, limitandosi, finché ce la fa, a tamponare situazioni irreversibili. Invece il liberale dice tre cose: la mia libertà finisce dove inizia quella degli altri; non siamo tutti uguali ma a tutti devono essere date uguali possibilità; lo Stato deve garantire la dignità di ogni cittadino. E, da liberale, devo dare ancora una volta ragione a quei ragazzi con la maschera perché in questo caso due dei tre principi liberali (che fanno il paio con gli altri tre giacobini di Libertà, Uguaglianza e Fratellanza) sono stati calpestati: la dignità delle persone e la loro libertà. Sono d’accordo anche sul fatto che ciascuno di noi ha diritto al minimo necessario per vivere (non sopravvivere) e ad una casa. Lasciamo perdere le frasi fatte pronunciate dalla maestrina Rita Rossa inviperita perché sono un’offesa all’intelligenza, e quelle di circostanza dell’assessore Cattaneo che non dicono niente e non incantano nessuno, ma sono servite solo ad esacerbare gli animi costringendo ad intervenire gli agenti della Digos che hanno filmato tutto. Oltre a loro c’erano agenti della polizia coi caschi anti-sommossa, vigili urbani, carabinieri in borghese.
La famiglia sfrattata gestiva un bar in Via Marengo ma gli affari non andavano più bene e, a un certo momento, non è più riuscita a pagare l’affitto. La signora Lavincu ha chiesto aiuto al “Movimento per la Casa” per ottenere una proroga. E non possiamo che dare ragione ancora una volta agli amici del “Movimento per la Casa” quando reclamano l’utilizzo delle centinaia di appartamenti sfitti in città. Il Comune, al di là delle belle parole di qualche assessore imbeccato dal partito, deve intervenire subito, anche per motivi di ordine pubblico. La gente perde il lavoro e non ha più i soldi per l’affitto, in una città che questa Giunta ha messo in ginocchio col dissesto votato da questa maggioranza di sciagurati due anni fa. Altri sfratti sono “in agenda” e la situazione con l’autunno esploderà. Si calcola che siano circa un migliaio gli sfratti che interessano l’intera provincia, soprattutto ad Alessandria, Ovada e Novi. Le persone che non riescono più a pagare l’affitto sono aumentate del 30% in un anno. A tutto ciò si aggiungono perfino gli sfratti delle case popolari dove è in atto la “decadenza del diritto d’affitto”.
Non c’è tempo da perdere. Bisogna fare qualcosa, basta chiacchiere signora Rossa.
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