Alessandria (Andrea Guenna) – Ho ricevuto una lettera dall’avvocata Ilaria Marciano, dello Studio Legale Avvocati Associati di Alessandria, a proposito della sua assistita architetta Mara Rovere da noi citata nei due articoli a firma Piero Evaristo Giacobone inerenti uno sciagurato impianto di codigestione anaerobica proposto da Castellazzo Bormida Biometano S.A. Srl da piazzare nella campagna lungo Strada Trinità da Lungi a Castellazzo Bormida, in un’area incontaminata, a qualche centinaio di metri da una splendida abazia templare del XII secolo (nella foto). In particolare l’avvocata Marciano mi rimprovera perché il buon Giacobone ha scritto che l’architetta Rovere è l’amministratrice della Castellazzo Bormida Biometano S.A. Srl, mentre vengo a sapere che non è vero, in quanto l’amministratore risulta tale Marco Beltrami. A questo proposito la gentile legale s’è presa la briga di scrivermi, addirittura a nome dell’intero studio: “La invitiamo […] a svolgere il suo lavoro con un po’ più di scrupolo visto che sarebbe bastata una visura per scoprire che la mia rappresentata nulla ha a che fare con la Castellazzo Bormida Società Agricola Srl”, sollecitandomi poi a pubblicare una smentita a proposito “del coinvolgimento [di Mara Rovere] nella vicenda da lei narrata nella pubblicazione del 24.02.2020”. Ho immediatamente seguito il consiglio dell’illustre avvocata ed ho provveduto a controllare la visura camerale e quella catastale dalla quale si evince che, invece, l’architetta Mara Rovere ha parecchio a che fare con la ditta che ha chiesto l’autorizzazione a realizzare il “Biodigestore”. Infatti la superficie dei fascicoli agricoli inerenti il nuovo impianto è pari a 244.21,20 ettari, mentre gli eredi Rovere sono proprietari del 44,69% delle superfici totali di tutti i fascicoli sopra citati per un totale di ettari 109.14,89.
Quindi, egregia avvocata, anche noi giornalisti di Alessandria Oggi la invitiamo a svolgere il suo lavoro con un po’ più di scrupolo, visto che sarebbe bastata una visura catastale da parte sua per scoprire che, contrariamente a quanto ella asserisce, la sua rappresentata ha molto a che fare con la Castellazzo Bormida Società Agricola Srl dato che è proprietaria di gran parte del terreno sul quale quella società vorrebbe realizzare quell’impianto.
Preso atto che sicuramente questi terreni saranno già stati totalmente di proprietà degli eredi Rovere, e nulla sarà stato acquistato in questi anni, sicuramente è anche vero che con questa operazione quei terreni avranno un valore maggiore rispetto a un semplice terreno agricolo e, a questo proposito, per quanto concerne anche l’aspetto legato al danno che si potrebbe arrecare ai residenti con questo impianto, il mio pensiero va alla sua lettera dove si legge: “Professionista che persegue specifici obiettivi economici di carattere personale alle spalle dei cittadini”.
Con riferimento invece a quanto lei scrive a proposito di una “sorta di collusione con esponenti politici locali”, Giacobone ha nominato nel suo articolo il consigliere regionale Domenico Ravetti del Pd perché, da notizie attendibili che ci sono pervenute, esiste un’amicizia di lunga data tra la signora Rovere e il Ravetti, in un contesto dove, sempre da notizie ricevute e verificate, sindaco, vicesindaco ed altri membri del consiglio comunale e della giunta di Castellazzo Bormida nulla sapevano di un impianto di trasformazione di rifiuti umidi (Forsu). A questo proposito Giacobone nel suo articolo aveva espresso perplessità in merito all’impatto ambientale che possono avere le migliaia di camion pieni di Forsu mentre attraversano il paese di Castellazzo Bormida, con relativo abbattimento del valore immobiliare di tutte le case intorno.
Non basta perché mi risulta che l’azienda Castellazzo Bormida Biometano S.A. Srl sia inattiva (vedere il documento riprodotto a lato) e con un capitale sociale estremamente ridotto rispetto all’investimento, per cui nutro dei seri dubbi che possa disporre della cifra necessaria alla realizzazione dell’impianto stesso (parecchi milioni di euro).
Insomma, cara avvocata (mi consenta la familiarità), le consiglio di stare più attenta a scrivere cose di cui non ha contezza – come direbbe il mio amico Diego Fusaro – perché il boomerang, anche in questo caso, torna sempre indietro.