Maggiore equità per tutte le persone non autosufficienti piemontesi
Il modello torinese di assistenza domiciliare per i non autosufficienti, per quanto buono, non è, ad oggi, esportabile sul resto del territorio regionale, se non attraverso una diversa redistribuzione dei fondi. L’assessore al Welfare rileva come il dato inconfutabile sia proprio la mancanza di risorse aggiuntive necessarie a diffondere il modello. I 18 milioni di euro stanziati nel bilancio di previsione 2019/2021 dalla precedente Giunta a ridosso delle elezioni, sono stati in realtà anticipati per soli 12 milioni, coprendo la carenza del 2019 e non incrementando i livelli di servizio come era stato ipotizzato.
L’assessore ribadisce inoltre l’impegno a rendere omogenee le modalità di erogazione delle prestazioni su tutto il Piemonte, anche alla luce della prossima definizione del Piano regionale per la non autosufficienza, quale obbligo di legge.
Per attuare il percorso di riequilibrio delle risorse, il Settore regionale competente in materia ha previsto lo spostamento di 5 milioni di euro dal capitolo “Fragilità sociale”, attualmente ripartito solo sulla città di Torino, al capitolo “Servizi domiciliari per persone anziane non autosufficienti (l.r. 10/2010)”, che ne prevede invece una distribuzione su tutto il territorio regionale.
L’assessore sottolinea infine come non possano sussistere, in un sistema efficiente, disparità sociali ed economiche, e quindi persone di serie A e di serie B, ritenendo poi lo spostamento di risorse un’operazione a favore di tutti i cittadini piemontesi.