Col Ddl anti omofobia il mio lavoro mi espone al rischio di essere processato come omofobo. E quindi a un giudizio penale. Infatti si inserisce forzosamente il concetto di reato di opinione. Se domani io sosterrò che i bambini hanno indispensabilmente bisogno per il loro sviluppo, psicologico, identitario, psicosessuale, di una figura materna e paterna, quindi di genere diverso, rischio di essere processato come omofobo. Non solo mi sarà impedito di sostenere legittimamente una posizione che io considero giusta e irrinunciabile, ma il mio lavoro di medico mi espone ad un giudizio penale. Un modo di pensare così, mi ricorda tanto i regimi totalitari del secolo passato. Noi viviamo in un mondo dove si può sostenere qualsiasi cosa, si può sostenere che esiste Dio o che non esiste senza correre rischi, si può sostenere che si può mangiare carne o vegetariano senza che questo rappresenti un pericolo per la salute, si può sostenere che si devono abolire i motori a scoppio perché producono anidride carbonica. Ma ora, e questo è il caso, introduciamo una sorta di dogma e sfido chiunque a trovarne di simili. Stavolta la norma potrebbe rivestire un significato simbolico per cui siamo alle estreme conseguenze della dittatura culturale del politicamente corretto. Lo dico senza nessun livore: credo che per una serie di meccanismi psicologico-sociali per contenere sicuramente dei fenomeni degenerativi come l’ìntolleranza si stia forzando con i concetti la natura delle cose e stiamo rischiando di produrre una società di tipo orwelliano.
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