Tortona (Maria Ferrari) – Respinta l’istanza di revoca della misura che tuttavia non è mai stata applicata per lo stop della Camera. Secondo il gip il deputato Sozzani di Forza Italia, novarese di nascita ma tortonese di adozione, ha preferito “farsi scudo dell’immunità parlamentare”.
E così Tortona è di nuovo alla ribalta della cronaca, quella brutta, alla faccia di certi dilettanti allo sbaraglio, in campo politico e giornalistico, e di certe carampane con la bava alla bocca che ce l’hanno con noi solo per il fatto che noi sappiamo fare i cronisti e loro non sanno fare niente.
Diego Sozzani non ha mai dato ai pm “la propria versione” e ha preferito “farsi scudo dell’immunità parlamentare di cui gode”. Lo scrive il gip di Milano Raffaella Mascarino che ha respinto l’istanza di revoca dei domiciliari per il deputato di FI indagato nella maxi inchiesta su un giro di mazzette in Lombardia. Una misura per finanziamento illecito mai eseguita perché la Camera ha respinto la richiesta di arresto.
Il 18 settembre scorso la Camera dei Deputati ha negato l’arresto di Sozzani. A favore della relazione della Giunta per le autorizzazioni – che il primo agosto aveva dato il via libera agli arresti domiciliari richiesti dal gip di Milano per un’inchiesta sul finanziamento illecito dei partiti e corruzione – hanno votato 235 deputati, contro hanno votato 309 deputati.
Cosa è accaduto? Che Pd e M5S hanno votato in libertà senza tenere conto del ‘vincolo’ di maggioranza e in pratica si sono spaccati alla prova del voto segreto. Dem e 5Stelle, in sede di dichiarazione di voto con il deputato Bazoli (Pd) e con il deputato Saitta (M5S), avevano confermato il parere favorevole alla richiesta di arresti domiciliari, proposta e votata il primo agosto in Giunta per le autorizzazioni alla Camera. Sulla carta M5S e Pd potevano contare su 327 voti.
Ma lo scrutinio segreto ha rimescolato le carte e i voti della maggioranza giallorossa sono confluiti nel mucchio di quelli di Fi, Lega e Nci che avevano detto no agli arresti. Leu, invece, aveva lasciato libertà di coscienza, ai propri deputati.