LA SORELLA DI PIERANGELO TAVERNA NON HA MAI GIURATO PER FARE IL SINDACO DI GAMALERO, È STATA CONDANNATA PER CONCUSSIONE ED ORA PUÒ SOLO SPERARE NELLA PRESCRIZIONE
di Piero Giacobone
Alessandria – Rosetta Elamite per aprire una locanda ha dovuto dare una trentina di milioni di lire a Nadia Taverna, 61 anni, sindaco di Gamalero, ex funzionaria comunale di Alessandria, nonché sorella del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria Pierangelo Taverna, in complicità con Michele Enrico Frizza, 50 anni, già direttore Confesercenti. I soldi servivano ad “ungere gli ingranaggi” cioè a comprare una licenza che sarebbe spettata di diritto pagando una semplice marca da bollo. Taverna e Frizza i soldi li hanno presi e sono colpevoli ma la prescrizione probabilmente li salverà. Infatti, all’udienza di ieri in tribunale ad Alessandria, i loro difensori, Claudio Simonelli e Giulia Boccassi, hanno ottenuto il rinvio facendo leva sulla distinzione – introdotta dalla legge Severino (un altro disastro del Governo Monti) – tra il reato di concussione per costrizione (più grave, in cui va provata la minaccia) e l’induzione indebita, per la quale sono previste pene meno pesanti e, quindi, tempi di prescrizione più brevi. A parere dei legali il caso rientra nell’ipotesi dell’induzione, quindi sarebbero maturati i tempi di prescrizione. Resta da dimostrare che il reato sia questo e non la concussione contestata nel capo d’accusa e, per farlo, bisogna andare a processo fissato per l’ottobre 2014. La posizione dei due però non è così blindata a causa di un’altra denuncia da parte di una coppia che disse di aver consegnato in tempi più recenti a Frizza 15.000 euro (le tariffe, nonostante l’euro, non erano cambiate) per aprire un bar ristorante, dopo che, in Comune, Taverna avrebbe negato la disponibilità di licenze (ma va?) e suggerito di rivolgersi al direttore di Confesercenti. Ma Nadia Taverna oltre a prendere i soldi per facilitare le pratiche, è anche abusiva nella carica di sindaco che riveste attualmente a Gamalero. Infatti dopo essere stata condannata in primo grado il 23 maggio 2011 con rito abbreviato a 2 anni 8 mesi per concussione e sospesa per 18 mesi dal Prefetto come sindaca di Gamalero, è tornata in carica “dimenticandosi” di legittimare solennemente la sua elezione col giuramento per cui è incorsa anche nel reato previsto dall’articolo 347 del Codice Penale di Usurpazione di Funzione Pubblica: “Chiunque usurpa una funzione pubblica o le attribuzioni inerenti a un pubblico impiego è punito con la reclusione fino a due anni”. La signora Taverna avrebbe dovuto giurare al suo insediamento come prescrive il Tuel all’articolo 50 comma 11: “Il sindaco e il presidente della provincia prestano davanti al consiglio, nella seduta di insediamento, il giuramento di osservare lealmente la Costituzione italiana”. Per riassumere a carico della la sorella del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria (in carica a circa 200.000 euro all’anno senza neppure essere laureato) pendono una condanna in primo grado, per i reati infamanti di concussione e corruzione, nonché un rinvio a giudizio per concussione, ed, in ultimo, una informazione di garanzia di cui alla deliberazione della Giunta comunale n. 17 del 19 febbraio 2013.
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