Bologna (g.p.) – Qualcuno diceva che chi non sa portare le proprie armi finirà per portare quelle degli altri. E i preti, invece di difendere la religione cristiana, si inchinano all’Islam perfino sul tortellino di Bologna che non deve più essere ripieno di carne di maiale ma di pollo. Infatti, in occasione della Festa di San Petronio, l’arcivescovo di Bologna, e prossimo Cardinale, Matteo Maria Zuppi (nella foto), ha dato indicazione di servire Tortellini al pollo senza carne di maiale, prosciutto e mortadella bolognese, come da ricetta tradizionale “onde permettere di mangiarlo anche a chi professa altre religioni”.
Ovviamente queste persone non mangeranno un tortellino, ma una pallida imitazione buonista ed ipocrita con pollo, ricotta e uovo, una grande porcheria che nulla ha a che fare con la tradizione bolognese. Però in questo modo l’ipocrita prelato potrà far finta di averli “Integrati” , non si sa bene in che cosa, visto che neppure sono cattolici. Non era meglio allora servire una pasta al pomodoro o al pesto? No, bisogna distruggere una tradizione per far piacere a chi non l’apprezza.
I Templari che hanno dato la vita per combattere l’Islam conquistando Gerusalemme, grazie ai quali la Santa Città è anche cristiana, possono andare a farsi benedire. Anzi andare arrosto come è successo coi roghi di Filippo il Bello e di Papa Clemente V che invece di ringraziarli li hanno mandati a morte bruciati vivi.
Ma il Sovrano Militare Ordine del Tempio – quello vero e non una di quelle associazioni di pagliacci che si dicono templari e ogni tanto sfilano per le nostre città – anche se agisce nella massima riservatezza, c’è ancora e non dimentica, nonostante siano passati 705 anni.
Intanto, in attesa che in Marocco venga servita una Tajine di costine di maiale, per favorire l’integrazione degli occidentali in quel paese, o che in India venga servita una costata di manzo in un ristorante gestito da un bramino, non ci resta che inorridire dal punto di vista gastronomico per l’obbrobrio che sarà servito, e dal punto di vista personale per un prelato che si vergogna della sua Diocesi e delle sue tradizioni millenarie. Se queste gli fanno così schifo perchè non si trasferisce in un vescovato in Nord Africa o in Arabia?