Agliano d’Asti – Marcello Musso, il noto magistrato della Procura di Milano, appassionato ciclista, è morto oggi pomeriggio verso le tre, vittima di un drammatico incidente stradale. Aveva solo 67 anni ed era originario di Agliano dove stava trascorrendo qualche giorno di vacanza nella casa di famiglia che si trova vicino al luogo in cui è avvenuto il tragico incidente. Al momento dell’impatto stava percorrendo in bicicletta la strada tra Agliano e Costigliole (circa 8 chilometri), uno splendido percorso tra le colline ed in mezzo alle vigne, battuto quasi esclusivamente dai residenti, quando, improvvisamente e per cause ancora in corso d’accertamento, è stato travolto da un’auto che, evidentemente, sopraggiungeva ad alta velocità. Musso è stato sbalzato violentemente dalla sella e ha fatto un volo di una decina di metri, per poi rovinare sull’asfalto. A dare l’allarme è stato lo stesso automobilista, risultato poi negativo all’alcoltest, che si è fermato per prestargli soccorso. Sul posto, ricevuta la telefonata d’emergenza, è arrivato il personale sanitario del 118, ma i paramedici non hanno purtroppo potuto fare nulla per salvarlo, in quanto il magistrato è deceduto per i gravi traumi e ferite riportate che non gli hanno lasciato scampo. Sul posto sono giunti anche l’elisoccorso del 118 ed i carabinieri di Canelli che stanno conducendo le indagini per chiarire l’esatta dinamica dei fatti. Una dinamica che, stando alle prime indiscrezioni, non convincerebbe gli inquirenti, mentre l’assenza di testimoni impedisce di effettuare i riscontri incrociati indispensabili per fugare ogni dubbio.
Marcello Musso era molto noto alle cronache in quanto fu titolare dell’inchiesta sulle aggressioni con l’acido, che si è conclusa con la condanna dei cosiddetti “amanti diabolici” Martina Levato e Alexander Boettcher, con una pena rispettivamente di diciannove anni e sei mesi e di ventuno anni. Un’inchiesta che gli costò minacce e la scorta. Musso era molto conosciuto anche perché riuscì a far condannare all’ergastolo Totò Riina. Seguì anche l’inchiesta sul traffico di droga tra Quarto Oggiaro, la Brianza e Mariano Comense, e l’ultima, a fine luglio, quando insieme alla Guardia di Finanza e i carabinieri ha portato alla luce un traffico di cocaina proveniente dal Perù alla Lombardia, poi lavorata a Trezzano sul Naviglio.