A questi signori che sono responsabili delle bollette energetiche più alte d’Europa chiederemo presto conto. Perché in Italia siamo ormai vicini al redde rationem.
Alessandria (a.g.) (25.08.2011) – Gli stessi che nell’agosto 2009, mentre il sindaco Fabbio demoliva il Ponte Cittadella, dibattevano – ancora e ostinatamente – sull’opportunità dell’abbattimento, associati, consapevoli o meno, di Legambiente – l’associazione del magnate Carlo de Benedetti proprietario di Sorgenia – insieme ad altri esponenti di altrettante associazioni ambientaliste, dopo essersi scagliati contro l’energia nucleare, ora se la prendono con quella eolica. Si capisce che per De Benedetti il problema non ha grande rilevanza, essendo talmente ricco da comprarsi l’energia che vuole e dove vuole (infatti abita in Svizzera dove ci sono ben cinque centrali nucleari, e la cosa non sembra fargli schifo), ma per gli altri comuni mortali che hanno la tessera di Legambiente, o quella di Pro Natura che è la stessa cosa, sapere di essere compartecipi, anche in piccola parte, di una società come Sorgenia, proprietaria di tutte le centrali a carbone d’Italia, le più inquinanti, potrebbe essere imbarazzante. Solo l’ignoranza li può salvare e li salva, ma, in questo caso, dovrebbero starsene tranquilli e non tritare i maroni a chi lavora e paga l’energia il doppio che in Francia o in Germania o in Svizzera. Ora questi signori hanno pensato bene di promuovere “Una moratoria progettuale fino a quando non si sarà fatto ordine nel settore eolico” chiesta alla Regione Piemonte e alla Provincia di Alessandria dal Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste piemontesi. Italia Nostra, Legambiente, Lipu, Mw, Pro Natura e Wwf hanno sottolineato la situazione – a loro parere – caotica che si è creata in Provincia di Alessandria, con 4 progetti eolici, presentati dalle società Equipe Group (poi Equipe Giarolo Energia), Enel Green Power e Concilium, a carico di quella particolare area della Val Borbera e della Val Curone, in adiacenza anche delle confinanti regioni Lombardia, Emilia- Romagna e Liguria. Per gli ambientalisti “Debenedettiani” si tratta di “interventi tutti molto gravosi, tutti ricadenti in uno spazio limitato con impatti cumulativi non considerati opportunamente che, con l’edificazione di decine e decine di torri alte anche 150 metri, rischiano di rovinare completamente la bellezza paesaggistica di quei crinali e di quelle valli, oltre naturalmente a tutti i possibili e probabili danni che costruzione ed esercizio di impianti eolici industriali in quota potranno cagionare all’ambiente”. Dobbiamo ancora capire cosa vogliono lor signori. Forse credono alle favole ed alla storiella del sole che è il petrolio d’Italia come dicono quei due rimbambiti in uno spot televisivo. Ma non è così e vuol dire che un giorno non troppo lontano, quando cadranno gli incentivi per le energie alternative e le bollette raddoppieranno, quelli come noi che vogliono il nucleare e vogliono pagare la stessa bolletta energetica che si paga nel resto d’Europa chiederanno a loro i danni. E non si scherzerà più.
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