COMMISSARIARE LA SCONFITTA D’UN CETO POLITICO
Si commentano da sé gli avvenimenti di ieri a Palazzo Rosso. Una maggioranza che mette sotto tutela la sua stessa Giunta. Un Sindaco esautorato di fatto. Non è solo la certificazione del fallimento completo dell’operato di questa Giunta. Le strategie della maggioranza consiliare e di parte dell’opposizione – rimaste sull’albero per ben quattro anni – cadono come frutti troppo maturi in questo autunno avvilente. Ci si diceva che aggredire troppo presto la Giunta Fabbio-Vandone-Repetto non avrebbe portato voti all’opposizione. Che non bisogna essere eccessivi nel confronto politico. Che gli armadi ce li abbiamo tutti e bisogna stare attenti a scuoterli. Che l’importante sarebbe stato alzare il tiro nell’ultimo anno e raccogliere il relativo consenso elettorale. Certo. Intanto in quattro anni la Città è stata aggredita con una politica scriteriata che i mugugni e le scalfitture dell’una e dell’altra parte non hanno mai seriamente contrastato. Intanto, il Comune e le Aziende partecipate sono state messe in ginocchio. Non abbiamo mai operato a cuor leggero una politica di opposizione certamente molto aggressiva, quando è toccato a noi. Ci guidavano però alcuni principi: la pressante richiesta di opposizione forte che arrivava da tutti gli elettori di centrosinistra; i partiti riconquistano credibilità se escono dalle logiche politichesi e si impegnano in forti azioni di responsabilità; l’interesse della Città non può essere posposto a qualunque considerazione di parte o personale, per quanto comprensibili o legittime; in ultimo, a mali estremi, estremi rimedi. Esce sconfitta da questa vicenda non solo la Giunta Fabbio, ma un’intera classe politica alessandrina. E succede da noi quello che sta avvenendo in Italia: la crisi profonda di un modo di fare politica, lo strozzamento nell’autodifesa da parte di una vecchia destra e di una vecchia sinistra, che ogni giorno dimostrano non solo l’insufficienza nel governo, ma d’aver perso ogni attrazione e credibilità presso i cittadini. Quando ci renderemo conto che la maggior parte degli elettori vota per il meno peggio o turandosi il naso, – e non vota più per amore?
Il commissariamento del Comune e lo scioglimento del Consiglio Comunale sarebbero certo una scelta dolorosa, una ferita aperta sull’intera Città e sul corpo del ceto politico alessandrino. Ma riteniamo sia l’unica strada veramente utile per evitare ulteriori danni e affrontare fin da subito il risanamento e le difficili scelte che a breve dovranno comunque essere compiute. Facciamo quindi appello alle forze più responsabili perché agiscano in tal senso ed evitino altri mesi di pantano. Abbiamo bisogno di una sinistra e di una destra moderne, che siano capaci di ritrovare il rispetto dei cittadini e di far ripartire i territori e l’intero Paese. Questa penosa situazione ha un unico vantaggio: lasciati alle spalle zavorre e giochi di politica, possiamo, tutti, ricominciare da capo.
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