Clara Statello per Sputnik Italia – Un bagno nella vita reale. Così Salvini definisce la sua visita in Sicilia, a conclusione della sfida elettorale per le amministrative, che si terranno domenica 28 aprile e che vedono debuttare la Lega in solitaria a Corleone, Monreale, Bagheria, Caltanissetta, Motta Sant’Anastasia, Gela e Mazzara del Vallo, e per inaugurare la campagna elettorale per le europee, a un mese esatto dalle consultazioni. Un tour durante il quale ha incontrato la gente comune, che chiede “lavoro, lavoro, lavoro”, imprenditori che oltre ad essere gravati dalle tasse, hanno anche difficoltà derivate dalla cattiva rete stradale e dai cantieri bloccati.
Nelle strategie di rilancio dell’isola, il ponte non è una priorità, afferma il Ministro degli Interni. “Io partirei dalle strade e dalle ferrovie, e dalle strade che non ci sono alle ferrovie che non ci sono. Poi penseremo a ponti, super ponti e sottoponti – dichiara ai microfoni di Sputnik Italia -. Tu puoi avere delle aziende stupende, degli agricoltori stupendi, ma se non hai strade, ferrovie, porti e aeroporti in grado di portare il Made in Italy dalla Sicilia in giro per il mondo, è un problema”.
La dichiarazione di Salvini gela gli entusiasmi di quella parte politica che aveva colto l’occasione della visita del presidente Xi Jinping, per ribadire la necessità del ponte sullo stretto per l’inserimento futuro della Sicilia nelle rotte della Seta. Precisamente un mese fa c’era stata una polemica sul ponte tra il Toninelli e Musumeci, che dinnanzi alla contrarietà all’opera del Ministro delle Infrastrutture, proponeva un referendum per far decidere ai siciliani se il ponte fosse o meno una priorità. In quell’occasione Musumeci aveva definito addirittura offensiva “l’indifferenza, l’ostilità, la superficialità con cui un esponente del governo nazionale pensa di liquidare un tema così complesso che appassiona e divide le coscienze del popolo siciliano”.
Il progetto del ponte aveva avuto il suo stop nel 2013, con la messa in liquidazione della società Stretto di Messina Spa, una società che, nonostante la cessazione dell’attività, pesa sulle casse pubbliche per un costo medio di 1,5 milioni di euro l’anno, secondo la Corte dei Conti. Ma l’idea del ponte sullo stretto viene riesumata periodicamente, sia dal centro sinistra che dal centro destra. Soprattutto in campagna elettorale. Negli anni passati Renzi, Franceschini, Delrio avevano riproposto il progetto del ponte, definendolo un’opera fondamentale per lo sviluppo delle arterie viarie dell’isola. Lo scorso febbraio, invece, era stato il sindaco di Messina, Cateno de Luca, a presentare una nuova analisi costi benefici, per il rilancio del ponte come volano dell’economia siciliana e degli investimenti in infrastrutture. Un’opera che completerebbe il corridoio scandinavo – mediterraneo, anche se allo stato attuale non è inclusa nell’erogazione dei fas. Un’opera mai cominciata, costata alle casse dello stato più di 300 milioni di euro.