di Giulia Giacobini – Nei giorni scorsi un cittadino italiano di origine somala si è lamentato sulla pagina Facebook dell’Inps di aver ricevuto solo 40 euro di reddito di cittadinanza. Non è stato l’unico, com’è noto a causa della vicenda che ha coinvolto il gestore della pagina e le risposte a dir poco brusche che ha dato a molti utenti che richiedevano informazioni sull’erogazione del sussidio: una donna, che si definiva disoccupata e madre single con due figli piccoli a carico, ha scritto che anche a lei sarebbe stata accreditata quella cifra sulla card.
Entrambi hanno accusato lo stato di averli “truffati” e hanno promesso che non voteranno più né per il Movimento 5 stelle né per la Lega.
L’istituto di previdenza, però, dal canto suo ha chiarito che non c’è nessun inganno e la legge parla chiaro: il sussidio può andare da un minimo di 480 euro a un massimo di 9360 euro annuali. Dividendo queste due cifre per 12, quanti sono i mesi in un anno, si ottengono rispettivamente 40 e 780 euro mensili.
Come si calcola il reddito
Il reddito di cittadinanza non è uguale per tutti. L’importo viene calcolato tenendo conto dell’Isee, dei sostegni all’affitto o al mutuo, degli eventuali sussidi di cui gode già il beneficiario e anche della Naspi, ovvero l’indennità di disoccupazione, qualora non sia già scaduta.
Se l’Isee è pari a zero, il beneficiario può ottenere un reddito di 500 euro mensili a cui se ne possono aggiungere altri 150 per l’affitto o 280 per il mutuo. In quest’ultimo caso, il reddito sarà pari a 780 euro mensili e 9360 euro annuali.
Se l’Isee sale, il reddito scende. Lo stesso vale se si vive in una casa di proprietà o si ha già diritto ad un qualche altro sussidio. Firstonline, per esempio, ha calcolato che un beneficiario con un Isee pari a 2400 euro, cioè 200 euro mensili, riceverà un’integrazione di 300 euro (fino ad arrivare ai 500 massimi) più eventuali aggiunte per affitto e mutuo.
Diverso è il discorso se si parla di famiglie. In quel caso, infatti, il nucleo può ricevere da un minimo di 1180 euro al mese, se ha due figli a carico, ad un massimo di 1330 se i figli sono tre.
Alale, il cittadino somalo che ha ricevuto 40 euro, ha un Isee di 3534 euro (294,5 euro mensili), e vive, da solo, in una casa popolare. Fino a poco tempo fa, inoltre, ha ricevuto 200 euro al mese dai servizi sociali (su Facebook ha scritto di aver rinunciato al sussidio perché sperava di prendere più soldi col reddito). Nel suo caso, quindi, non c’è nessun errore: semplicemente, per il governo italiano, lui è uno di quelli che ha meno bisogno di aiuto.