Milano (Il Sole 24 Ore) – Guala Closures è una delle aziende inespresse di Piazza Affari. Leader mondiale del proprio settore, lo sbarco in Borsa non ha finora portato fortuna al titolo, che con scarsissimi volumi viaggia a 6,3 euro rispetto a massimi a 10 euro. Dal primo ottobre al 30 novembre scorso c’è stato il calo maggiore: ha perso il 35% scendendo da 9 euro a 5,82 euro. In due mesi sono state oggetto di transazione solo due milioni di azioni per 13 milioni di valore. Al listing l’azienda valeva 630 milioni contro una capitalizzazione attuale di 424 milioni.
Ma il business di Guala, di contro, va bene malgrado qualche piccolo incidente di percorso nella comunicazione. La società è internazionalizzata e in Italia genera solo il 10%. Inoltre la holding di controllo è olandese. Ovvio pensare che questa situazione non possa andare avanti a lungo. Periodicamente circolano indiscrezioni su private equity che avrebbero messo sotto osservazione il gruppo: circolano i nomi di Astorg e Advent. Tra gli azionisti principali ci sono il private equity Peninsula Capital (con il 10%), la holding Mojto Luxco 2 (con il 5,6%) e soprattutto il presidente Marco Giovannini (nella foto), artefice del successo internazionale del gruppo, con il 24,2%. Una piccola quota fa capo anche al fondo attivista Amber.