IL SENATORE DI NOVI RITIENE INACCETTABILE UNA CONDANNA AL CAVALIERE CONTRO IL QUALE CONTINUEREBBE L’ACCANIMENTO DI CERTI MAGISTRATI
Roma – “Ho fiducia nella giustizia, me lo ha insegnato Piero Calamandrei con la sua vita e con i suoi scritti. Spero perciò che le accuse contro il Presidente Silvio Berlusconi siano valutate dai giudici con quel senso di giustizia che valuta scrupolosamente i fatti e ascolta solo la propria coscienza, considerandosi non interpreti bensì ‘bocca della legge’. Se però dovessimo constatare un pregiudizio e un continuo accanimento politico contro chi rappresenta le ragioni del popolo dei moderati, ragioni morali, che presuppongono anche un alto senso della giustizia e dello stato di diritto, ci imporrebbero, mi imporrebbero, di testimoniarlo in tutti i modi possibili, fra cui anche quello delle dimissioni da parlamentare, come ha suggerito l’amico Maurizio Gasparri”. È Sandro Bondi a pronunciare queste accorate parole. Il senatore di Novi del Pdl ha fatto sua la proposta di Maurizio Gasparri che, in caso di condanna del Cavaliere, ha proposto le dimissioni in massa del Pdl dal Parlamento. Mancano poche ore alla decisione della Corte Costituzionale sul conflitto di attribuzione fra poteri sollevato da Palazzo Chigi contro il Tribunale di Milano: la Corte dovrà esprimersi sul legittimo impedimento di Silvio Berlusconi – allora presidente del Consiglio – a partecipare all’udienza del processo Mediaset, svolta il primo marzo 2010. Un processo nel quale il Cavaliere è già stato condannato per frode fiscale a quattro anni di reclusione e a cinque anni di interdizione di pubblici uffici in appello. In attesa, Maurizio Gasparri ha avvertito giudici e opinione pubblica: “Mi auguro ci sia buon senso e che si prenda atto che il legittimo impedimento c’era: nel caso, è impensabile che il Pdl possa assistere inerte al tentativo di una sua espulsione dalla vita democratica del Paese”, ha spiegato su Radio Ies. Prima di minacciare: “Se l’esito fosse negativo e nel caso di interdizione di Berlusconi, avremmo tutto il diritto di assumere iniziative come le dimissioni di tutti i parlamentari Pdl”. Un annuncio che è stato sposato da altri esponenti del Pdl, ma non da Giancarlo Galan: “Gasparri non esprima il sentimento comune e non dica che, anche se si fa fatica, le vicende giudiziarie sono qualcosa di diverso”. Nonostante le minacce di Gasparri, che ha evocato scenari estremi, con le dimissioni in blocco dei parlamentari dalle Camere, l’ultima parola sull’interdizione spetterà comunque alla Cassazione. “Sulla Corte Costituzionale incrocio le dita: se vedessi i numeri, le appartenenze e gli orientamenti dovrei essere pessimista”, ha spiegato Gasparri. Il tema della giustizia resta fondamentale per il Pdl, così come in passato altre minacce erano arrivate quando si toccava il tema dell’ineleggibilità del Cavaliere. “Ci sono vari pronunciamenti in attesa. Se noteremo un massacro giudiziario nei confronti di Berlusconi non potremmo certo assistere inerti al tentativo di eliminare il nostro leader dalla scena politica – ha aggiunto il vice-presidente del Senato -. Se non c’è praticabilità e la squadra esce dal campo, gli arbitri e i giudici devono considerare se la partita può andare avanti o meno”.
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