I SINDACATI “CHIUDONO LA STALLA DOPO CHE I BUOI SONO SCAPPATI”. LA SITUAZIONE DEI DIPENDENTI COMUNALI E DELLE PARTECIPATE STA PRECIPITANDO, LA PROTESTA NON SERVE PIÙ A NIENTE E SI ASPETTA L’ARRIVO INEVITABILE DEL COMMISSARIO GOVERNATIVO.
di Henry Jekill
Alessandria – Tanto tuonò che piovve. Dopo che hanno tenuto bordone a Rita Rossa e ai suoi per dieci mesi filati, data la situazione drammatica in cui versa il Comune di Alessandria con le sue partecipate con l’acqua alla gola, i sindacati confederali riuniti oggi pomeriggio alla Camera del Lavoro hanno deciso che è ora di dire basta e sarà sciopero generale. Non era successo neppure ai tempi della Giunta di destra e neppure a quelli della Giunta leghista, ma con questa Giunta di sinistra si sono battuti tutti i record. Dopo un dissesto che non voleva nessuno al di fuori di sindaca, Bianchi e Mago Zac, che hanno convinto tutti a votarlo – almeno quelli della maggioranza – dopo un anno di campagna elettorale mai finita (ma le elezioni erano finite da un pezzo) durante il quale il leitmotiv era lo scaricabarile per cui la responsabilità del disastro finanziario dell’ente pubblico mandrogno era tutta di Fabbio e Vandone, dopo aver buttato alle ortiche soldi (gara Iren e gara per lo smaltimento) e compiuto macroscopici errori, come nel caso di Costruire Insieme che è illegale e dovrà essere liquidata, ora la sindaca e i suoi sono completamente isolati perché neppure più i sindacati sono disposti a stare dalla loro parte. Già mercoledì in Comune, riuniti in attesa di un incontro con la prima cittadina, sono rimasti delusi perché la sindaca non si è presentata, e oggi è saltato il tavolo previsto da giorni. Ora il tempo stringe e qualcosa ai lavoratori delle partecipate che rischiano il posto bisognerà pur dirlo. Sì, ma cosa? Come giustificare l’appoggio incondizionato dato per mesi e mesi a questa Giunta di sinistra che invece di governare la città ha reso ancora più incerta la situazione con gli assessori competenti laconici nel minacciare cure da cavallo con licenziamenti in massa? Prima Bianchi che attua una politica di totale abbandono al loro destino delle partecipate, ora Ferraris che dice di volerne lasciare a casa 180 – tanto per gradire – e poi aggiunge che bisogna tagliare del 30% la pianta organica comunale. La base ribolle e c’è il rischio che la pentola esploda, e forse è per questo motivo che i sindacati hanno deciso lo sciopero generale, che non serve a niente, ma almeno sfoga il malumore della piazza. “Al nostro appello all’unità per salvare Alessandria, con la richiesta di più tempo, soldi e ammortizzatori per affrontare il risanamento senza macelleria sociale, la risposta è stata: questi sono i licenziamenti; basta annunci, adesso si taglia. Stiamo aspettando l’invio formale dei piani industriali e valuteremo se davvero abbiano la dignità di essere tali. Basta essere presi in giro. Ci resta solo la protesta sindacale. Siamo soli”. Aria fritta. I sindacati, riuniti in un animato coordinamento, non ci stanno più; i toni si alzano e lo scontro con il Comune sull’emergenza partecipate si fa sempre più acceso. Oltre all’annunciata assemblea pubblica del 10 giugno, al di là dell’incontro fissato per lunedì alle 18 a Palazzo Rosso tra sindaca e Rsa, che era in programma oggi, c’è l’annunciato sciopero generale che sarà entro metà giugno. Tutto ciò in attesa che arrivi il sempre più probabile commissario governativo che metterà fine ad un’inutile agonia.
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