Red – La carrozzabile Tarvisio – Cave del Predil – Passo Predil – Plezzo – Gorizia costituiva un’importantissima arteria utilizzata per lo smistamento nei due sensi di marcia di uomini, armi, viveri, munizioni destinati dalla Germania alla zona del Litorale Adriatico. La resistenza slava, dal canto suo, prendeva di mira le autocolonne tedesche.
Essendosi generata una situazione di pericolo concreto, il commissario germanico sulla miniera di Raibl, tale Hempel, ottenne dal comando militare tedesco di Tarvisio la costituzione di un Distaccamento fisso di carabinieri a protezione della centrale idroelettrica a valle di Bretto di sotto.
La sera del 23 marzo 1944, il V. Brig. PERPIGNANO, comandante del distaccamento ed il Car. FRANZAN si erano recati in paese e, sulla strada del ritorno, furono aggrediti da due partigiani, SOCIAN e ZVONKO, mentre la caserma era già circondata da altri partigiani, rimasti nascosti.
Il commando, successivamente, catturò i due carabinieri di guardia alla centrale ed entrò all’interno della caserma, verosimilmente costringendo con minacce il comandante a pronunciare la parola d’ordine.
I carabinieri vennero fatti vestire velocemente, mentre i partigiani si impossessavano delle armi e di quant’altro di utile avessero potuto trovare nella caserma, poi minata con esplosivo, così come era stato fatto per la centrale idroelettrica.
Il commando partigiano e gli ostaggi, costretti a portare a spalla tutto il materiale trafugato dalla caserma, si incamminarono lungo un percorso, tutto in salita, nel bosco, per raggiungere a tappe forzate Malga Bala, passando per il Monte Izgora (1.000 m circa s.l.m.), la Val Bausiza (di nuovo a valle), risalendo verso l’altipiano di Bala.
Il lungo tragitto fu intervallato da poche soste, di cui l’ultima, la sera del 24 marzo, in una stalla sita sull’altopiano di Logje (853 m s.l.m.) dove fu loro somministrato un minestrone dov’era stata aggiunta soda caustica e sale nero, usato per il bestiame perché ad elevato potere purgante.
La mattina successiva (25 marzo) fu fatto percorrere ai prigionieri l’ultimo tratto di strada che li separava dal luogo della mattanza, un casolare sito su un pianoro, Malga Bala appunto, dove il Vicebrigadiere PERPIGNANO fu arpionato ad un calcagno con un uncino, appeso a testa in giù e costretto a vedere la fine dei propri colleghi. Sarà finito a calci in testa.
Gli altri uomini della Benemerita furono sterminati barbaramente dai partigiani comunisti italiani e titini, dopo essere stati incaprettati con filo di ferro, legato anche ai testicoli, così che i movimenti nervosi derivanti da colpi di piccone amplificassero il dolore. Ad alcuni di loro furono tagliati i genitali (atto frequente nel mondo dei partigiani comunisti) e conficcati loro in bocca; ad altri furono sbriciolati gli occhi; ad altri ancora fu poi sventrato il cuore a picconate.
In particolare, al Carabiniere AMENICI, dopo lo sventramento, fu infilata nel petto la foto dei figli.
Al termine dell’eccidio, i corpi furono trascinati a qualche decina di metri dal casolare ed ammucchiati sotto un grosso sasso, parzialmente ricoperti dalla neve.
I cadaveri dei militari furono rinvenuti casualmente da una pattuglia di militari tedeschi e recuperati per essere ricomposti nella chiesa di Tarvisio tra il 31 marzo ed il 2 aprile 1944 (nella foto). I funerali si svolsero nella stessa chiesa il 4 aprile 1944. Al termine della solenne cerimonia funebre, i resti dei dodici carabinieri furono seppelliti in località Manolz di Tarvisio.
Dal settembre 1957, grazie all’opera del “Comitato Onoranze ai Caduti nel Comune di Tarvisio”, che ha ultimato la costruzione del tempio ossario all’interno della torre medievale, attigua a questa parrocchia, riposano in pace unitamente a 14 combattenti del XVII Settore delle Guardie alla Frontiera ed a 5 militari tarvisiani.
Di seguito i nomi dei 12 CC trucidati:
– V.Brigadiere PERPIGNANO Dino, nato a Sommacampagna (Verona) 17 agosto 1921;
– Car. DAL VECCHIO Domenico, n. a Refronto (Treviso) il 18 ottobre 1924;
– Car. FERRO Antonio, Rosolina (Rovigo) il 16 febbraio 1923;
– Car. AMENICI Primo, n. a Crespino (Rovigo) il 5 settembre 1905;
– Car. BERTOGLI Lindo, n. a Casola Montefiorino (Modena) il 19 marzo 1921;
– Car. COLSI Rodolfo, n. a Signa (Firenze) il 3 febbraio 1920;
– Car. FERRETTI Fernando, n. San Martino in Rio (Reggio Emilia) il 4 luglio 1920;
– Car. FRANZAN Attilio, n. a Prola Vicentina (Vicenza) il 9 ottobre 1913;
– Car. RUGGERO Pasquale, n. a Airola (Benevento) l’11 febbraio 1924;
– Car. ZILIO Adelmino, n. a Prozolo di Camponogara (Venezia) il 15 giungo 1921;
– Car. Aus. CASTELLANO Michele, n. a Rochetta S’Antonio (Foggia) l’11 novembre 1910;
– Car. Aus. TOGNAZZO Pietro, n. a Pontevigodarzere (Padova) il 30 giugno 1912.