Acqui Terme – È stato un Sergio Costa pragmatico e decisamente schietto quello che ieri mattina, mercoledì 21 novembre, nella sala consiliare del Comune di Acqui, ha incontrato alcuni dei 33 sindaci della Valle Bormida e i rappresentanti dei Comitati dei cittadini uniti contro la discarica di Sezzadio.
Il Ministro dell’Ambiente non ha voluto illudere nessuno ma ha tracciato un preciso percorso per cercare di bloccare l’iter del progetto Riccoboni e quindi preservare la preziosa falda acquifera di Cascina Borio.
Primo passo, come ha sottolineato il Ministro, sarà verificare la legittimità degli atti con cui nel 2016 la Provincia, allora guidata da Rita Rossa, autorizzò la Riccoboni a costruire una discarica per rifiuti speciali e industriali sulla falda idrica che disseta circa 50.000 persone.
Secondo step sarà valutare se sia possibile fermare i lavori di costruzione del sito in attesa che il Consiglio di Stato si pronunci nel merito sul ricorso presentato dal Comune di Sezzadio.
In rappresentanza di tutti i comitati dei cittadini c’era Piergiorgio Camerin al quale il Ministro Costa ha risposto che “la politica si è già espressa nel 2016, quando la Provincia ha autorizzato il progetto. Mi chiedo perché l’abbia fatto. La vicenda è stata gestita in modo pessimo e improvvido“.
Occorrerà, dunque, agire da un punto di vista tecnico giuridico: gli esperti della Provincia di Alessandria e degli enti locali si confronteranno con i tecnici del Ministero e valuteranno i margini giuridici per poter bloccare l’iter dei lavori, già avviati da diverse settimane.
Si preannuncia una battaglia lunga.
In merito alla vicenda della discarica di Sezzadio, Alessandria Oggi pubblicherà, prossimamente, una video inchiesta.