Alessandria (a.g.) – Giorni fa ci è arrivata una segnalazione con la quale si denuncia uno strano atteggiamento da parte di Amag Mobilità, l’azienda a capitale misto pubblico-privato che si occupa del trasporto urbano che, stando ad una denuncia circostanziata di un suo dipendente, avrebbe assunto degli 007 privati per fotografare e pedinare lui e la sua famiglia La lettera-denuncia è stata recapitata a Luca Tropiano, segretario provinciale di Faisa-Cisal, che ci ha messo al corrente dei fatti. L’autista di Amag Mobilità avanza una serie di accuse piuttosto circostanziate all’azienda per cui lavora, a proposito di alcuni atteggiamenti vessatori di certi capi. A questo proposito nella lettera si legge: “Da quando si è insediata la nuova gestione, quindi Amag Mobilità, sono stato bersagliato da provvedimenti disciplinari a partire da una sospensione di quindici giorni senza essere mai stato né richiamato né ammonito. Successivamente un’altra segnalazione per aver chiesto un cambio turno che l’azienda mi rifiutava mettendomi in difficoltà in quanto non potevo presentarmi in servizio. Comunicavo al gestore tramite una mail che quel giorno per impossibilità e per impegni medici già presi da mia moglie, che allora era alla 34a settimana di gravidanza con rischio parto pretermine, non potevo presentarmi al lavoro. Nonostante avessi chiesto il cambio turno mi veniva respinto”.
Quello che si legge nella lettera dell’autista di Amag Mobilità, che comprensibilmente ha chiesto l’anonimato, ha dell’incredibile e non l’avremmo preso in considerazione prima di aver effettuato le dovute verifiche. Le accuse sono molto precise anche dove si legge di un incidente sul lavoro completamente ignorato dai responsabili dell’azienda che obbligarono l’autista a compiere il suo turno.
“Nonostante i forti sensi di nausea – denuncia nella lettera il dipendente Amag Mobilità – e i capogiri, dopo aver depositato il mezzo in azienda, mi recavo a piedi al pronto soccorso e da quel momento sono andato in infortunio”.
La vicenda dei pedinamenti lascia veramente a bocca aperta e sarebbe incredibile se non fossimo in presenza di una denuncia circostanziata, da noi puntualmente verificata.
L’autista scrive in proposito: “Nei giorni dopo l’infortunio ho notato degli strani movimenti attorno a me e alla mia famiglia, molto preoccupato per la condizione di mia moglie e per i miei due bambini […], abbiamo scoperto di essere stati fotografati più volte da individui sconosciuti, per cui, preoccupato per la situazione, contattavo le forze dell’ordine dichiarando le mie perplessità e con estrema gentilezza mi veniva detto di stare tranquillo che prevedevano a far pattugliare di più la zona e che comunque se non avevo certezze potevo emettere una denuncia. I miei dubbi però erano fondati e qualche giorno fa ricevo una raccomandata da Amag Mobilità dove mi si contesta la veridicità del mio infortunio con una relazione stilata da investigatori privati assunti dalla stessa Amag Mobilità”.
Il rapporto degli 007 lascia di stucco e l’autista, a questo proposito, scrive: “Allibito ho letto il contenuto della lettera dove c’è scritto di tutti i movimenti svolti dalla mia famiglia, peccato che molti di quei movimenti non li ho nemmeno compiuti io in quanto abbiamo una sola vettura, per cui hanno fotografato mia moglie e i miei due figli minori. Poi ci hanno pedinato e mi sento trattato da criminale senza aver fatto nulla ma quello che ancor di più mi dà fastidio è il comportamento tenuto nei confronti della mia famiglia e della mia riservatezza”.
A questo punto è scattata la querela: “Ho provveduto a querelare – scrive l’autista – gli artefici di questa schifosa azione priva di senso […]. Ovviamente si discuterà tutto nelle sedi opportune in quanto mi sento preso di mira e discriminato”.
Purtroppo, a quanto risulta a noi di Alessandria Oggi, questo non è l’unico caso di “spionaggio” a danno di dipendenti di Amag Mobilità.