Ricevo una sorprendente telefonata da Mario Robbiano, il presidente della Novese di Serie C, che da Roma sul sito e sul giornale in cui scrivo, il Secolo XIX, legge sempre notizie sulla Novese. Robbiano ci fa ricordare dei tempi eroici della Novese, quando non aiutato da nessuno, cosa che è una costante di Novi calcistica, portò a giocare al Girardengo giocatori come Ulivieri, Ferrario, Zeli e tanti altri che hanno calcato prima o dopo con onore le platee di serie D. Un personaggio veramente singolare che primo fra tutti disse a chiare lettere che il calcio professionistico serviva a qualcuno per emergere e non solo. Lo disse a Santa Margherita ad un giornalista del Corriere della Sera, fu squalificato, poi reintegrato nel mondo del calcio, di cui fu uno dei maggiori protagonisti, sia in Piemonte che il Liguria alla guida del Savona. Ma Novi, lui che proveniva da Silvano, gli è sempre rimasta nel cuore e ancora oggi mi ha telefonato per farsi raccontare la sconfitta della Novese subita con il Derthona. “Mi dispiace molto – mi ha detto – seguo i tui articoli, mi sembra che la Novese abbia ancora qualche speranza”. Robbiano, tramite il nostro blog, fa gli auguri ai Biancocelesti. Ne hanno davvero bisogno ed è probabile che gli auguri del vecchio patron portino fortuna ai giocatori, ai dirigenti e ai tifosi.
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