MEGAPLEX TORTONA
da giovedì 7 marzo 2013
SALA 7
da lunedì a venerdì: 22,40
sabato: 17,30 – 22,40
domenica: 15,00 -17,30 – 22,40
Siamo nel 1874. Energica e bella, Anna Karenina ha quello che tutti i suoi contemporanei aspirerebbero ad avere; è la moglie di Karenin, un ufficiale governativo di alto rango al quale ha dato un figlio, e la sua posizione sociale e reputazione a San Pietroburgo non potrebbe essere più alta. Anna si reca a Mosca dopo aver ricevuto una lettera da suo fratello, un dongiovanni di nome Oblonsky, che le chiede di raggiungerlo per aiutarlo a salvare il suo matrimonio con Dolly. In viaggio, Anna conosce la Contessa Vronsky e, alla stazione, suo figlio, l’affascinante ufficiale di cavalleria Vronsky. Quando Anna viene presentata a Vronsky, scoppia immediatamente una scintilla di reciproca attrazione che non può essere ignorata – e non lo sarà.
USCITA CINEMA: 21/02/2013
GENERE: Drammatico
REGIA: Joe Wright
SCENEGGIATURA: Tom Stoppard
ATTORI: Keira Knightley, Jude Law, Aaron Johnson, Kelly Macdonald, Matthew Macfadyen, Emily Watson, Olivia Williams, Holliday Grainger, Domhnall Gleeson, Ruth Wilson, Alicia Vikander, Michelle Dockery
FOTOGRAFIA: Seamus McGarvey
MONTAGGIO: Melanie Oliver
MUSICHE: Dario Marianelli
PRODUZIONE: Studio Canal, Working Title Films
DISTRIBUZIONE: Universal Pictures
PAESE: Gran Bretagna 2012
DURATA: 130 Min
FORMATO: Colore
CRITICA
Prima ancora che di Joe Wright questa nuova versione cinematografica del romanzo di Lev Tolstoj è dello sceneggiatore Tom Stoppard che, rileggendo con sguardo contemporaneo una vicenda datata quasi un secolo e mezzo, ne ha esaltato strutture e meccanismi così diversi da quelli cui siamo abituati. Portandone in primo piano, letteralmente, la natura teatrale, il balletto dei personaggi, l’agile meccanismo dei cambi di scena e di location.
Wright, chiuso quasi sempre nel teatro fisico che ospita vicende e protagonisti ideato da Stoppard, non fa altro che assecondare queste dinamiche, trovando nelle limitazioni lo stimolo per dare applicazione pratica alle sue capacità visive in maniera paradossalmente meno barocca di quanto avveniva nei suoi precedenti lavori in costume di derivazione letteraria.
Il tono guarda senza timore al kitsch di Baz Luhrmann e del pop prende anche quella leggerezza quasi caricaturale che, non a caso, è incarnata dal personaggio di Matthew MacFayden cui è affidato l’onore di aprire le danze. Per un po’ la scommessa di Stoppard e Wright è vinta, l’idea funziona e intriga, anche se col procedere di un racconto comunque assai pomposo e ultrasaturo emergono i limiti. (f.g.)
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