DOPO LA CHIUSURA DELL’INCHIESTA ORA PER PALENZONA CI SARÀ IL RINVIO A GIUDIZIO MA LA PRESCRIZIONE POTREBBE CHIUDERE IL PROCESSO
Lodi (a.g.) – A distanza di una settimana dalla chiusura delle indagini sui finanziamenti in nero per l’attività di lobbista che avrebbe svolto a favore della Bpi, ora per Fabrizio Palenzona l’accusa è di ricettazione. Secondo la procura di Lodi avrebbe ricevuto 800.000 euro in nero nel 2003 dagli allora manager della Banca Popolare di Lodi poi Banca Popolare Italiana, Gianpiero Fiorani e Gianfranco Boni. Il vicepresidente di Unicredit e presidente di Gemina avrebbe ricevuto quella somma nell’ambito della scalata ad Antonveneta di Gianpiero Fiorani. Tuttavia si tratterebbe, secondo quanto trapela dagli ambienti vicini al potente banchiere alessandrino, di una vecchia storia risalente a otto anni fa per la quale, fra l’altro, sarebbe chiara la sua totale estraneità. Ma il procuratore capo di Lodi, Vincenzo Russo, e la pm Sara Mantovani non la pensano così e gli hanno notificato l’avviso di garanzia per l’accusa di ricettazione, in vista della richiesta di rinvio a giudizio. Per il fatto che la vicenda risalga agli anni 2003-2004 c’è il serio rischio che scattino i termini di prescrizione del reato, in quanto per la ricettazione è proprio di 10 anni. L’inchiesta Bpi-Antonveneta a carico del banchiere, infatti, é arrivata alla Procura di Lodi per competenza territoriale solo lo scorso anno dopo essere stata in un primo tempo trasmessa dalla Procura di Milano a quella di Alessandria (Palenzona è stato presidente della Provincia di Alessandria fino al 2004) dove sarebbe rimasta “parcheggiata” quasi tre d’anni. Le dichiarazioni che coinvolgerebbero direttamente il potente uomo d’affari alessandrino sono state rilasciate e messe a verbale tra il 2005 e il 2006, anche con la formula dell’incidente probatorio, dall’ex direttore generale di Bpi Gianfranco Boni, che aveva riferito di aver versato “soldi in contanti” a Palenzona perché mettesse in atto attraverso contatti politici una sorta di lobbismo a favore di Bpi. Secondo gli inquirenti i rapporti tra Fiorani e Palenzona non si sarebbero fermati all’affare Antonveneta perché lo stesso Gianpiero Fiorani aveva dichiarato a verbale davanti ai pm milanesi, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Greco, di aver effettuato versamenti a Palenzona per favorire la banca lodigiana nell’acquisto dell’Iccri, di cui Unicredit aveva il 40% attraverso le banche Crt, Cassamarca e Cariverona e dove rappresentava anche gli altri azionisti. Palenzona ha sempre negato di aver avuto soldi da Fiorani e Boni. Fiorani, invece, aveva definito come “utile” il ruolo di Palenzona per i suoi “rapporti di amicizia ed economici”. Non basta perché secondo un’altra deposizione di Fiorani resa il 6 gennaio 2006 ai pm milanesi Eugenio Fusco, Francesco Greco e Giulia Perrotti, il potente lobbista vicino al Gruppo Gavio di Tortona, presidente di Aiscat, l’Associazione delle concessioni autostradali, e degli Aeroporti Roma, politicamente vicino al Pd di Bersani e molto amico di Rita Rossa e Daniele Borioli, rispettivamente sindaca di Alessandria e candidato Pd alla Camera, avrebbe beneficiato di un versamento di 5 miliardi di vecchie lire alla filiale di Montecarlo della Banca del Gottardo per l’intercessione nell’acquisto dell’Iccri (Istituto di Credito delle Casse di Risparmio Italiane). Secondo Boni, l’ex direttore finanziario della Popolare di Lodi: “Il primo pagamento fu effettuato a Lodi in una busta a Palenzona contenente 250.000 euro in contanti. Era presente Fiorani. Il secondo, nel 2004, a Milano in via Broletto, per strada, e consegnai a Palenzona un plico con 600.000 euro”. Ricostruzione smentita da Palenzona: “Non ho mai ricevuto alcuna somma né in contanti né in altro modo, né da Boni né da Fiorani, per nessuna ragione”. Su ordine dei pm, sono subito partite le rogatorie sui conti del banchiere di Pozzolo. Fra Svizzera, Bahamas e Montecarlo ne sarebbero saltati fuori undici, solo uno riconducibile a Palenzona e chiuso nel Duemila. Gli altri sarebbero intestati all’anziana madre, al fratello e alla moglie.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.