IL COMPAGNO DI LISTA DI “INGROIA IL MORALIZZATORE”, SOCIO DI DI PIETRO, INQUISITO DA GUARINIELLO
Torino – Ingroia si è subito trovato compagni di partito che appaiono piuttosto strani per fare una “rivoluzione” o almeno portare una ventata di aria pulita: stagionati guerriglieri della poltrona come Diliberto, Ferrero, Di Pietro, etc. Secondo qualcuno nella politica italiana (l’Italia è troppo importante per lo scacchiere finanziario internazionale) nuove strane alleanze volute dall’estero saranno formate sotto la pressione delle forze economiche che vogliono imporre le biotecnologie, è la scelta di Rivoluzione Civile di candidare Marino Andolina per le prossime elezioni politiche del 24 febbraio 2013 ne è la dimostrazione lampante (non dimentichiamo che Di Pietro ha avuto rapporti di collaborazione con la Cia e forse li ha ancora). Ad un’analisi dell’influenza del biotech sulla politica mostra come l’Ingroia politico non sia un fenomeno spontaneo, ma un prodotto piuttosto sofisticato inserito in una tendenza globale. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco ed il pediatra Marino Andolina, 67 anni molto ben portati, capolista di Rivoluzione Civile per il Senato in Friuli Venezia Giulia, è tuttora indagato dalla procura di Torino per associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di medicinali guasti e pericolosi per la salute pubblica e la truffa. A indagare, dal dicembre 2009, è il pm Raffaele Guariniello. La sua tesi è che Andolina e altri dieci medici della Stamina Foundation, tutti indagati, abbiano effettuato terapie con cellule staminali non autorizzate dal ministero della Salute, su 68 pazienti (tre minorenni). L’accusa di truffa è legata alla vicenda di 14 ammalati, cui sarebbero stato promessi “effetti terapeutici” grazie alle staminali. Una speranza importante per quei pazienti, tutti con patologie gravi: tale da spingere le famiglie a versare dai 4mila ai 55mila euro per le cure. Andolina, consigliere comunale per Rifondazione Comunista a Trieste, ex medico dell’ospedale pediatrico triestino Burlo Garofalo (è andato in pensione da poco), è stato più volte sentito da Guariniello. Competente sul caso, perché uno dei laboratori del pediatra e dei suoi soci era a Torino. “L’avevano ricavato in uno scantinato abusivo, gestito da due ucraini” scriveva il pm nelle notifiche agli indagati, accusandoli tra l’altro di “manipolare liquidi organici e tessuti ossei per la selezione cellulare, senza utilizzare strutture idonee”. Caso delicato, insomma. “Io l’ho appreso leggendo Libero” ammette Ingroia. Spiega: “Andolina mi è stato indicato da uno dei partiti della lista, Rifondazione Comunista, non ci ho mai neppure parlato. Abbiamo preparato liste con oltre 900 candidati in 15 giorni, non potevo certo incontrare ogni persona. Così abbiamo delegato la scelte di diversi nomi ai partiti”. I parametri però erano chiari per tutti: niente condannati né indagati in lista. In sostanza il “rivoluzionario” Andolina applica, al di fuori dei protocolli ufficiali, con metodi di preparazione alla buona, una terapia con cellule staminali. È senza dubbio al centro di una querelle intrisa di emotività su un tema importante e delicato, che richiederebbe lucidità, fermezza e coerenza. Tutto ciò non ha fermato il paladino della legalità Ingroia, che ha messo Andolina addirittutìra, e nonostante tutto, come capolista, con giustificazioni tanto fumose e contorte (non sapevo; non l’ho candidato io ma Rifondazione; però se eletto si dimette) quanto furono cristalline le parole del suo maestro Borsellino sui criteri di candidatura dei politici. Con la sinistra che negava fino a poco tempo fa le Foibe e la tragedia delle fosse di Katyn (per citarne solo un paio) siamo alle solite: i suoi rappresentanti sono in gran parte dei bugiardi. Ormai non se ne accorgono neanche più. È la storia che lo dice e che li condanna. A proposito di bugie comuniste noi, per non dimenticare, ricordiamo per esempio (ma di esempi potremmo portarne a centinaia) che le truppe di Stalin nel 1943 hanno massacrato 21.857 cittadini polacchi, i prigionieri di guerra dei campi di Kozielsk, Starobielsk e Ostashkov e i detenuti delle prigioni della Bielorussia e Ucraina occidentali, fatti uccidere su ordine di Stalin nella foresta di Katyn e nelle prigioni di Kalinin (Tver), Kharkov e di altre città sovietiche. La scoperta del massacro, annunciata a Radio Berlino il 13 aprile 1943, lo attribuiva ai Sovietici mentre i Sovietici, mentendo come al solito, l’attribuivano ai Tedeschi. Il massacro nascosto e tuttavia scoperto causò l’immediata rottura delle relazioni diplomatiche tra il governo polacco in esilio a Londra e l’Unione Sovietica, per ritorsione da parte di Stalin. L’URSS negò le accuse in tutte le maniere possibili fino al 1990, quando dovette arrendersi alla verità e ammettere la sua responsabilità (una delle tante, quante?) davanti al mondo ed alla storia.
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