DALL’ESILIO LIGURE DEL VESCOVO DI MILANO ALLA BRECCIA DI PORTA PIA. CLICCA QUI PER RIVEDERE LA SPLENDIDA SCENA DEL DISCORSO DI MONSIGNOR COLOMBO (MANFREDI) http://www.youtube.com/watch?v=AGCGt-bYd0I
di Carlo Grossi
(terza puntata)
Va poi rilevato che, coi Longobardi, ha preso avvio il sistema politico feudale decentralizzato, in sostituzione di quello centralistico dell’Impero, mentre al diritto romano, civile e penale, che restava valido per i nativi, si affiancava, per i nuovi venuti, quello longobardo, prima consuetudinario, poi anche scritto. L’Impero, forte solo per mare, si è definitivamente messo sulla difensiva cercando di conservare quanto poteva, ossia le zone costiere adriatiche e tirreniche ancora in suo possesso, salvo quelle liguri, da esso presto perdute perché conquistate dal Re Rotari che, con una spedizione armata, aveva preso d’infilata tutta la Riviera, da Luni a Nizza, Genova compresa, annettendola al Regno. Pertanto l’esilio ligure del Vescovo di Milano non aveva più scopo e, quello ancora in carica, San Giovanni Bono, nativo di Recco ed ivi ancor oggi venerato, riportava nella sua sede l’Episcopato Ambrosiano. Comunque Alboino non è arrivato alla conquista totale dell’Italia, non per disinteresse verso il suo dominio completo, che certo gli interessava come a Odoacre e a Teodorico, ma perché non ha potuto ottenerlo. Questi infatti avevano entrambi governata l’Italia col titolo di Patricius loro concesso dall’Imperatore d’Oriente, col quale, quindi, erano d’accordo, per lo meno fin a che a lui è piaciuto esserlo, mentre Alboino vi si è insediato in pieno contrasto con esso, e le sue forze gli hanno permesso di occuparne una buona parte, non di conquistarla tutta. In quella rimasta all’impero, vi erano le due ex capitali, Roma e Ravenna, e due grandi ducati imperiali, quello dell’antica città di Napoli, durato fino al Sec. XII quando è stato incorporato nel Regno Normanno di Sicilia, e quello dalla nuova città di Venezia, cha si è resa indipendente come Repubblica. all’epoca di Carlomagno e come tale è durata fino a Napoleone, ossia al Trattato di Campofornnio del 1797. Solo Roma e Venezia, che dall’impero romano si sono staccate, da facto se non de jure, in epoche diverse, sono però arrivate all’età moderna come Stati sovrani, la prima come Stato Pontificio a la seconda coma Repubblica di San Marco, perdendo la rispettiva indipendenza a una settantina d’anni l’una dall’altra, Venezia, nel l797 e Roma nel l870. Per questo il grande storico ecclesiastico francese, Mons. Duchesne (1843-1922) riferendosi alla sovranità dall’Impero Romano d’Oriente sulle due città, in diritto mai venuta a cessare perché mai da esso rinunziata, ha acutamente rilevato che, in fondo, i cannoni di Bonaparte a Venezia nel 1797 a quelli di Cadorna a Roma nel l870 hanno sparato su quanto ancora restava dell’impero romano, facendo definitivamente uscire dalla storia le ultime vestigia della sua quasi bimillenaria sovranità.
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