Roma (Luigi Pereira di Start Magazine) – Che cosa ha detto oggi il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli (M5S), nel corso dell’audizione nelle commissioni riunite Ambiente di Camera e Senato sul crollo del ponte Morandi. Non si risparmiano critiche, rilievi e rimbrotti più o meno diretti il governo e Autostrade per l’Italia. Sono diversi i temi che contrappongono il ministero interessato (quello delle Infrastrutture e dei Trasporti retto dal pentastellato Danilo Toninelli) e il gruppo Atlantia dei Benetton che controlla la concessionaria Autostrade per l’Italia guidata dall’ad, Giovanni Castellucci.
Dossier convenzione
Oggi uno dei motivi delle tensioni è proprio la convenzione che lega Stato e Autostrade. La società del gruppo Atlantia ha deciso di pubblicare sul suo sito tutti i documenti, comprese le relazioni economiche e finanziarie degli allegati che finora erano segrete. La concessionaria non ha fatto mancare un accenno polemico: Aspi ha spiegato di averlo fatto “per rispondere alle polemiche e alle strumentalizzazioni che dominano il dibattito pubblico sul tema”, sottolineando che “nessuna norma interna o prassi internazionale prevede la pubblicazione di tali documenti relativi alle concessioni autostradali. Ciò anche per assicurare parità di condizioni sul mercato tra i vari operatori del settore, anche per il caso di nuove procedure di affidamento”.
La risposta di Toninelli ad Autostrade
Pronta la risposta del ministro. “Ecco gli effetti dell’azione politica del Governo del cambiamento. Dopo quasi 20 anni dalla privatizzazione, dopo 20 anni di segreti e di omissis, Autostrade per l’Italia dice improvvisamente di voler fare trasparenza cercando di far apparire il proprio gesto come spontaneo e dettato da un autonomo desiderio di venire incontro all’interesse pubblico. Peccato che già venerdì scorso, come testimoniato dalla lettera allegata, io avessi dato mandato alla dirigenza del Mit di tirare fuori tutti gli atti, gli allegati e il Piano finanziario connessi alla convenzione”, ha su Facebook il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli.
I numeri di Autostrade criticati dal ministro
Non solo: Toninelli nel corso dell’audizione odierna nelle commissioni riunite Ambiente di Camera e Senato sul crollo del ponte Morandi ha riservato altre staffilate ad Atlantia e Autostrade: “Nel 2016 i signori delle autostrade hanno fatturato quasi 7 miliardi, 5,7 miliardi derivano dai pedaggi autostradali e allo Stato sono tornati appena 841 milioni. Nel frattempo, dati del mio ministero, gli investimenti sono calati del 20% rispetto al 2015 e per la manutenzione si sono spesi appena 646 milioni, il 7% in meno rispetto all’anno prima”.
Capitolo pedaggi
Il ministro ha anche affrontato in chiave critica verso le passate gestioni ministeriali e governativi il capitolo dei pedaggi: “Secondo la maggior parte degli economisti, il capitale investito risultava già ammortizzato e remunerato alla fine degli anni Novanta e dunque i pedaggi oggi avrebbero potuto e dovrebbero essere drasticamente ridotti”, ha detto il titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli in Parlamento.
Nodo Cdp
Nel frattempo non pare agevole la strada indicata negli scorsi da Palazzo Chigi con un intervento della Cassa depositi e prestiti nel capitale di Autostrade; ipotesi rilanciata oggi dal quotidiano la Repubblica che ha parlato di conversione del prestito Cdp in quote di capitale di Aspi.
Ma il prestito da 1,7 miliardi di euro che Cdp ha verso Autostrade per l’Italia “secondo noi non include alcuna clausola di conversione” in capitale e quindi Cdp “avrebbe bisogno di negoziare con Atlantia, Appia Investments (Allianz e altri) e il Silk Road Fund (governo cinese) per poter modificare le condizioni del bond e convertirlo”. E’ quanto scrivono gli analisti di Findetiis commentando le ipotesi di stampa del fine settimana sull’ingresso di Cdp in Autostrade.
La conversione “avrebbe bisogno di portare gli investitori stranieri” di Autostrade “al tavolo”, scrive ancora Fidentiss ricordando che i soci esteri sono entrati nel capitale sulla base di una valutazione di Autostrade di 14,8 miliardi di euro. “La conversione (ipotizzando lo stesso prezzo implicito nella vendita del 2017) potrebbe tradursi in una quota di circa il 10%” affermano gli analisti di Banca Akros, sottolineando che “la visibilita’” sul destino di Autostrade “resta molto bassa”. Di “esiti imprevedibili” parla anche Fidentiis secondo cui Atlantia e Autostrade restano “in una posizione fragile a causa del rischio di potenziali cambi regolatori”.