ALLA SITUAZIONE MOLTO CRITICA DELLA SINISTRA DI ALESSANDRIA SI AGGIUNGE QUELLA DELLA SINISTRA DI ASTI DOVE IL SINDACO DEL PD È ENTRATO NEL CDA DELLA CASSA DI RISPARMIO
di Max Corradi
Torino – Non è bello che un sindaco, per di più primo cittadino di una città importante come Asti, entri nel Cda di una banca importante come la Cassa di Risparmio di Asti. Salta tutto, ma soprattutto salta il ruolo supra partes che dovrebbe rivestire la massima espressione politica della città stessa. Eppure a rompere gli indugi è stato il sindaco di Asti Fabrizio Brignolo, un uomo del Pd, quel partito che predica la moralità e pretende di insegnare agli altri, e Bersani farebbe meglio a darsi una calmata evitando di minacciare sbranate a destra e a manca perché il suo partito sta già sbranando, attraverso alcuni suoi esponenti, almeno qui da noi, la Cosa Pubblica. L’altro ieri all’ordine del giorno del Cda della Cassa di Risparmio di Asti c’era l’indicazione dei consiglieri Dino Scanavino e Piefranco Marrandino, dimessisi a fine dicembre dopo la nomina nel Cda di Biverbanca. Dimissioni necessarie perché Scanavino e Marrandino risultano indicati in Biver come consiglieri indipendenti e quindi non possono avere incarichi nella capogruppo. A scegliere i nuovi consiglieri è (così prevede il Codice civile) lo stesso Consiglio di amministrazione (indicato dalla maggioranza degli azionisti, in questo caso la Fondazione CrAsti) attraverso lo strumento della cooptazione. I nomi sono rimasti conosciuti in una stretta cerchia praticamente sino alla vigilia: sono quelli del sindaco Fabrizio Brignolo e del consigliere di l’amministratore della Fondazione Lorenzo Ercole (Ad della Saclà). Rimarranno in carica per pochi mesi e cioè sino ad aprile quando sarà convocata l’assemblea degli azionisti per il rinnovo delle cariche. A far discutere è la nomina di Brignolo esponente del Pd partito che (a livello nazionale) in questi giorni è sotto tiro per i rapporti con Monte dei Paschi. Gli attacchi arrivano da tutte le parti, da destra come da sinistra. Venerdì il segretario regionale Pd Gianfranco Morgando in una nota alle agenzie ha invitato Brignolo a non accettare il posto nel Cda ribadendo la necessità di assicurare una netta separazione tra ruoli politici ed amministrativi e responsabilità di gestione nel sistema creditizio. La segreteria provinciale del Pd per bocca della segretaria Francesca Ferraris parla di “Scelta inopportuna e sbagliata nei tempi: spero che ad aprile, quando il mandato scadrà, si possa fare un ragionamento diverso”. Spietato il consigliere di Rifondazione Giovanni Pensabene: “Evidentemente le similitudini tra Siena ed Asti non si fermano al Palio e ai vini, visto che appena si è liberato un posto nel Cda della Cassa di Risparmio è stato subito occupato dal sindaco Pd di Asti. Non c’è che dire, un tempismo da manuale”. Da destra la Lega Nord per bocca dell’onorevole Sebastiano Fogliato attacca: “Si parla dell’opportunità di tenere separate la politica dalle banche, ed ecco che il sindaco Pd, Fabrizio Brignolo, imperterrito e noncurante del dibattito politico in atto, pensa bene di farsi nominare membro della Cassa di Risparmio. Sarebbe auspicabile – conclude Fogliato – che Brignolo facesse un passo indietro non accettando l’incarico, per non alimentare sospetti e per evitare magari di farsi sbranare dal suo segretario di partito Bersani”.
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