di Cristiana Gagliarducci (Money.it) – Cosa cambierà dopo l’addio di Sergio Marchionne a FCA? Praticamente niente secondo una recente analisi dell’ufficio studi di Marzotto Sim.
L’amministratore delegato ha lasciato inaspettatamente la società date le pessime condizioni di salute che non gli permetteranno più di tornare a lavoro.
Al suo posto sono stati nominati Michael Manley per FCA, John Elkann e Louis Carey Camilleri per Ferrari e ancora Suzanne Heywood per CNH Industrial.
“Cosa è cambiato? Praticamente nulla.” Questa l’interessante opinione di Marzotto Sim, secondo cui l’obiettivo Finale di Exor rimarrà sempre lo stesso: la vendita di FCA.
Aggregazione fondamentale per la crescita di FCA
Secondo gli esperti, soltanto un’aggregazione potrebbe permettere a FCA di continuare a crescere nella giusta direzione. Un’esigenza, questa, già discussa a suo tempo da Marchionne e ovviamente condivisa anche da John Elkan.
“Crediamo sia importante ricordare che è già in itinere lo scorporo di Magneti Marelli, e che potrebbe essere utile valutare quello di Comau e Teksid. FCA rimarrebbe semplicemente un costruttore di automobili.”
Così facendo Exor potrebbe vantare un ottimo portafoglio di partecipazioni mentre FCA potrebbe risultare più appetibile agli occhi di ipotetici acquirenti, interessati magari soltanto a costruire e vendere automobili.
Per gli esperti le offerte nei confronti di FCA nel post-Marchionne saranno diverse. Tra queste sicuramente quella di GM oltre che quelle dall’asia e dall’Europa (il riferimento è a Wolksvagen). Una teoria che, per dirla con le stesse parole degli analisti, ha già trovato fondamento nella scelta di Manley a capo di Chrysler.
“Jeep è sicuramente la storia di successo, ed il brand vale oltre un terzo delle vendite. Nel caso di acquisizione/fusione, Manley continuerebbe il lavoro fatto sino alla scorsa settimana. Inoltre, Manley è l’uomo che meglio conosce il pezzo pregiato di FCA e questo in fase di negoziazione è un vantaggio.”
Per concludere, che cosa accadrà a FCA dopo Marchionne? La risposta emersa dall’analisi non avrebbe potuto essere più chiara. Entro la fine del 2018 si saprà chi è il compratore. Il prossimo anno, invece, si concretizzerà il closing dell’operazione, che dovrebbe avere un valore di circa 28/30 miliardi (senza considerare Magneti Marelli).
“Il modo migliore di avvantaggiarsi di questo scenario è acquistare azioni Exor o meglio ancora Call options sulle stesse” hanno concluso gli esperti.