Alessandria – Prima l’occupazione dell’ex Asilo Monserrato, a giugno, motivato da “mesi di tentativi di dialogo con l’amministrazione comunale andati a vuoto” per dare alle donne uno spazio per poter attuare discussioni, confronti e per difendere i diritti violati.
Adesso, dopo appunto un mese di eventi ed iniziative, la volontà, da parte del movimento “Non una di meno”, di ristrutturare quel luogo.
Invitando tutti coloro che fossero interessati a dare una mano a portare pennelli, vernici, stucco ed attrezzi vari e mettendo a disposizione qualche ora del proprio tempo.
Una decisione che ha lasciato, è il caso di dirlo, “di stucco” Palazzo Rosso che, a ragion veduta, ora si chiede: “È lecito ristrutturare un edificio occupato abusivamente?”.
Perché, a tutti gli effetti, così è l’ex Asilo Monserrato, situato nell’antico quartiere Rovereto di Alessandria ed ora al centro di svariate polemiche.
“Così lo consideriamo – fanno sapere da Palazzo Rosso -. Non spetta a noi prendere provvedimenti di natura giudiziaria, però la situazione è a conoscenza delle forze dell’ordine che decideranno sul da farsi. Nel frattempo, stiamo perfezionando l’iter burocratico per acquisire la proprietà della struttura”.
Ma da “Non una di meno”, la risposta è perentoria: “Di uno spazio come questo ad Alessandria c’era davvero bisogno. Era urgente avere uno spazio riconosciuto ed operativo e la risposta delle gente è stata davvero importante”.
Più di tremila le firme che hanno sostenuto il progetto ma la querelle con il Comune resta apertissima.
“L’amministrazione finge di non vedere ma le persone stanno rispondendo bene sostenendoci nei modi più diversi” proseguono dal direttivo di “Non una di meno”.
Insomma, la battaglia tra Comune e le occupanti dell’asilo Monserrato resta aperta.