di Franco Velcich – Da mercoledì sera la principale preoccupazione degli analisti che seguono Tesla non riguarda più i dati finanziari, e cioè i risultati di bilancio negativi, la crescita ininterrotta del debito, la produzione della nuova Model 3 che non decolla. C’è un nuovo e ben più grave motivo che angoscia gli investitori e ha avuto come conseguenza giovedì 3 maggio il crollo dell’azione dell’8% a 278 dollari.
Come sta Elon Musk?
La vera domanda è sull’equilibrio mentale del fondatore e Ceo della casa automobilistica delle meraviglie elettriche, dopo che nella serata di giovedì nella consueta conference call con gli analisti sui risultati trimestrali si è mostrato intollerante e sprezzante verso la platea degli esperti di Wall Street. Quegli stessi esperti che con i loro report convincono gli investitori a finanziare Tesla, un’azienda che in 15 anni di vita non ha mai prodotto un centesimo di utile.
Come sta Tesla?
Il primo trimestre 2018 si è chiuso con una perdita di 710 milioni di dollari su ricavi pari 3,41 miliardi. In realtà entrambi i dati sono migliori delle previsioni. Complessivamente in tre mesi Tesla ha bruciato liquidità per 1,05 miliardi di dollari. Ce la farà ad arrivare alla fine dell’anno senza chiedere al mercato nuove iniezioni di capitale? Negli ultimi mesi Musk ha sistematicamente negato la necessità di raccogliere mezzi freschi, ma i conti non convincono gli investitori.
Una conferenza stampa movimentata
L’altra sera, di fronte all’insistenza degli analisti, all’improvviso Musk ha detto che era stufo di domande così dirette: “Basta con le domande di chi rappresenta le banche, andiamo a sentire gli investitori retail”, e si è collegato via YouTube con Galileo Russel, un piccolo azionista che si è sperticato in elogi dei prodotti Tesla e non ha chiesto nulla di conti, perdite o degli altri dati finanziari che in genere interessano gli investitori. Per contro Musk ha mostrato di gradire molto le sue domande.
Tesla prossima al crac?
Oggi il paragone che fanno i commentatori di Wall Street è fra Elon Musk e Jeffrey Skilling, il Ceo del colosso dell’energia Enron, che nel 2001 diede pubblicamente dello “stronzo” all’analista Richard Grubman di Highfields Capital Management, che gli aveva chiesto perché non era possibile esaminare il bilancio di Enron. Pochi mesi dopo Enron fallì fra lo stupore generale, dato che era considerata una delle società più solide d’America. Solo dopo si scoprì che il management aveva realizzato un incredibile serie di falsi in bilancio.
Musk ha mandato tutti a quel paese
Musk è sempre stato considerato un Ceo sopra le righe, ma l’altra sera gli investitori sono rimasti davvero disorientati. Fra l’altro il manager se l’è presa anche con i giornalisti per come hanno commentato in modo negativo il sistema di pilotaggio automatico della Tesla, dopo che il mese scorso si è verificato un incidente mortale che ha coinvolto una Tesla a guida autonoma.
Successivamente la conference call ha ripreso un andamento più o meno ordinario, con il fondatore e capo operativo dell’azienda che ha ribadito che Tesla riuscirà a raggiungere l’obiettivo di produrre 5.000 Model 3 alla settimana entro la fine di giugno, obiettivo che doveva essere raggiunto nel settembre 2017.
I dubbi aumentano
Ma oramai la frittata era fatta e gli interrogativi fra analisti e banchieri hanno incominciato a ad aggiungersi uno sull’altro. Sta davvero bene Elon Musk? I maligni sottolineano che da mesi dorme nella fabbrica di Tesla in California, ma chi lo conosce non si mostra sorpreso: questi modi di fare fuori dagli schemi sono perfettamente in linea con il geniale imprenditore che guida contemporaneamente più aziende, fra cui Tesla e l’avveniristica SpaceX che vuole portare gli uomini su Marte.