di Raffaele Angius – La Volkswagen è a corto di posti auto, dopo che ha dovuto ricomprare 350 mila dei suoi veicoli venduti negli Stati Uniti a causa dello scandalo Dieselgate. L’azienda ha speso finora 7.4 miliardi di dollari e sta distribuendo centinaia di migliaia di automobili in tutto il Paese, secondo quanto riportato da Reuters.
Migliaia di automobili nel deserto e negli stadi abbandonati: la società ha fatto sapere che le automobili ritirate dalla circolazione saranno rottamate, riparate o rivendute.
“Questi veicoli vengono immagazzinati su base provvisoria e mantenuti regolarmente – ha fatto sapere in una nota Jeannine Ginivan, portavoce dell’azienda – in modo da assicurarne l’operatività e la qualità a lungo termine, così che possano essere restituiti al commercio o esportati una volta che gli enti regolatori degli Stati Uniti avranno approvato le opportune modifiche delle emissioni”.
Secondo fonti riportate dai media, 20 mila automobili sarebbero già state distrutte. Attualmente il produttore tedesco ha acquisito 37 location diverse per stoccare le automobili. Compreso uno stadio abbandonato nella periferia di Detroit.
Complessivamente, Volkswagen ha concordato una spesa di 25 miliardi di dollari per regolarizzare la propria posizione nei confronti di privati, enti per la tutela dell’ambiente, Stati e rivenditori. Secondo le stime l’azienda arriverà a ricomprare 500 mila veicoli entro la fine del 2019.
La compagnia tedesca è finita al centro dello scandalo Dieselgate a settembre del 2015, quando l’Ente americano per la protezione dell’ambiente notificò al costruttore la violazione, che riguardava quasi 500 mila vetture. La bufera travolse l’amministratore delegato Martin Winterkorn, che fu costretto alle dimissioni poco dopo. Lo sostituì Matthias Muller, già numero uno della Porsche. La vicenda portò il 7 gennaio dell’anno scorso all’arresto di Oliver Schmidt, dirigente della Volkswagen per gli Usa, incriminato per frode.