Alessandria – Il Difensore Civico Regionale e il Centro Anti Discriminazioni fanno le pulci alla giunta di Palazzo Rosso e in particolare alla Lega alessandrina responsabili di aver dato la precedenza agli alessandrini nelle graduatorie per l’assegnazione delle case popolari nell’ambito del nuovo regolamento per l’assegnazione degli alloggi in emergenza abitativa. In sostanza, secondo la legge, i cittadini e le famiglie disagiate che hanno bisogno di una casa perché hanno subito uno sfratto e non sono in grado di provvedere da soli a trovare un alloggio, possono rivolgersi al Comune per averlo. La Regione Piemonte contesta il fatto che la giunta alessandrina abbia introdotto un meccanismo che, in sostanza, in forza dell’assegnazione dei punteggi, premia gli italiani rispetto agli immigrati. Se n’è discusso ieri in consiglio comunale con la minoranza pronta a dare battaglia. Sono stati il Pd e la Lista Rossa a sollevare il caso della lettera del difensore civico regionale e, nel corso della seduta, è venuto fuori che già la segretaria comunale Francesca Ganci aveva sollevato il problema dell’irregolarità, avvalorando la tesi esposta nella lettera della Regione recapitata il 22 dicembre scorso alla giunta e mai resa nota. Tuttavia, secondo il leghista Riccardo Molinari questa maggioranza di destra non avrebbe (se lo dice lui…) modificato i criteri di accesso alle graduatorie per le case popolari stabiliti dalla Regione, per cui il difensore civico regionale avrebbe preso un granchio. Rita Rossa e Giorgio Abonante, non potendo replicare per decisione univoca di Locci in veste di presidente del consiglio, hanno lasciato l’aula per protesta.