Tortona (Maria Ferrari) – Finalmente, e nonostante la disinformazione imperante in città a proposito della triste vicenda degli asili nido comunali, è arrivata una buona notizia – ancorché striminzita – che è quella dell’assunzione della prima maestra da parte del Santachiara, l’ente della Curia Vescovile preposto alla gestione delle strutture avute in affidamento con contratto di partneriato dal Comune. Delle altre tre dipendenti in attesa di chiamata una, la signora Idaya Aldayturriaga di origine spagnola, nonostante l’impegno ufficiale assunto dal Comune di Tortona e dal Santachiara, sottoscritto nel verbale del 28 settembre 2017 nel quale si prevede la sua assunzione entro la fine di ottobre, per esplicita richiesta della solerte direttrice del Santachiara Pinuccia Barbieri, deve produrre una traduzione giurata del suo titolo e il certificato di equipollenza il Consolato italiano di Madrid, anche se suona strano il fatto che quella stessa maestra abbia sempre lavorato nei nido alle dipendenze della cooperativa Azimut (ora impegnata nel business dei migranti in quel di Casale) senza dover produrre nulla di quello che oggi le chiedono i preti per riassumerla.
Resta in sospeso la posizione delle lavoratrici Safidi e Ferris che il Santachiara si era impegnato di assumere entro fine mese.
Tutto il resto è campato in aria, col dottor Giuseppe Pollarolo, ispettore provinciale dell’Asl Al, che continua a chiedere i documenti che la signora Luisa Iotti (nella foto) continua a negare. Si tratta di tutte le autorizzazioni per il nido Arcobaleno e per l’asilo Santachiara di cui la Iotti conferma l’esistenza.
Ma il diavolo – in Curia lo dovrebbero sapere bene – fa le pentole senza coperchi, e ciò è confermato dal fatto che Luisa Iotti ha avuto l’ardire di scrivere nero su bianco, in un documento ufficiale fatto recapitare alla commissione di vigilanza Asl Al e al Cisa, che tutto è in regola perché è dal primo settembre del 1979 che l’asilo Arcobaleno svolge la sua attività ininterrottamente. Lapsus freudiano, della serie: l’asilo lavora da ben 38 anni in base ad autorizzazioni che nessuno produce, ergo è abusivo.
Cercando di mettere le cose in ordine, abbiamo:
- Pollarolo che chiede le autorizzazioni senza le quali gli asili non possono lavorare;
- la Iotti che dichiara per iscritto che è tutto a posto in quanto l’Arcobaleno lavora ininterrottamente da 38 anni e mai nessuno ha osato chiedere alcunché.
Alla fine quello che chiede lo Stato, cioè Pollarolo, non esce, quindi è del tutto evidente che almeno l’asilo nido Arcobaleno è abusivo dal lontano 1979 e ciò si deduce proprio dalla dichiarazione scritta della Iotti secondo cui, autorizzazioni o non autorizzazioni, quel nido ha sempre lavorato. Siamo al delirio.
Tuttavia sappiamo che ad una certa età si dicono, si scrivono e si pensano cose che in età meno avanzata non si sognano neppure, e la signora Iotti vanta una carriera di tutto rispetto per cui merita finalmente di essere destinata ad incarichi meno pesanti.
A non mollare l’osso è anche l’ottimo sindacalista Alberto Rito che difende le lavoratrici in attesa di riassunzione e in una nota scrive che il “Dottor Pollarolo ha incontrato il sindaco Bardone il quale ha chiesto tempo per produrre tutta la documentazione necessaria e sanare la posizione”.
Per il fatto che Gianluca Bardone ammette, in netto contrasto con quello che dice Luisa Iotti, che la documentazione non c’è, sarebbe forse il caso che i due si mettano d’accordo essendo anche evidente che uno di loro mente.
Non è finita poiché a fronte della richiesta di accesso agli atti effettuata dal consigliere comunale di minoranza Morreale la Iotti avrebbe risposto che negli ultimi anni non c’era nessuna documentazione inerente l’Arcobaleno. Ma allora, signora Iotti, questa documentazione inerente le autorizzazioni che chiede Pollarolo c’è o non c’è?
Ma se la confusione per quanto riguarda l’Arcobaleno regna sovrana (e qualcuno mente sapendo di mentire) anche a proposito del Santachiara si capisce poco in quanto, pure in questo caso, non sono ancora saltate fuori le autorizzazioni richieste dallo Stato. Passi il fatto che i preti non paghino l’Imu degli immobili della Chiesa, ma qui si tratta di autorizzazioni che riguardano la salute e la tutela dei bambini ospitati negli asili, autorizzazioni che l’ente della Curia non sembra poter produrre. Quello stesso ente Santachiara che assume le maestre col contagocce, con due di loro che avrebbero dovuto essere prese in carico entro il 15 ottobre (e siamo al 28) ma solo una è stata assunta per cominciare lunedì 30 ottobre (forse, chissà, può darsi, staremo a vedere, che Dio ce la mandi buona) mentre l’altra, per lavorare, è costretta a recarsi in pellegrinaggio a Madrid al Consolato Italiano per ottenere documenti che fino a ieri non le sono mai serviti per lo stesso lavoro per il quale le sono chiesti oggi.