Alessandria (Piero Evaristo Giacobone) – Succede che la Casa di Riposo Ipab Borsalino continua ad occuparsi di profughi ma, per non dare nell’occhio, non lo fa ad Alessandria bensì a Casale Monferrato dove ha affittato a circa 6.000 euro al mese un cascinale che ha anche ristrutturato a sue spese. Così Gianpaolo Paravidino (nella foto) e Giovanni Maria Ghé, rispettivamente direttore e commissario di fresca nomina regionale – già plenipotenziari alla super indebitata casa di riposo Lercaro di Ovada alla quale i molti creditori sono riusciti, alla fine, almeno a sequestrare la cassa – per gestire coi soldi degli altri il business dei profughi, dopo averne ottenuto in affidamento 24 dalla prefettura, li hanno collocati a Casale dove pagano un affitto stratosferico (ma con quello che si guadagna coi profughi se lo possono permettere) a vantaggio del proprietario (che in genere è un amico degli amici come, mi dice il Maligno, anche in questo caso), mentre la gestione è andata alla cooperativa sociale Azimut che fino a ieri si occupava degli asili nido di Tortona. C’è solo da augurarsi che l’operazione sia stata fatta nel pieno rispetto della normativa vigente e con le dovute procedure proprio perché, dopo il commissariamento regionale del Borsalino, non c’è più un Cda che controlla ma solo un commissario unico nella persona di Giovanni Maria Ghé che fa quel che gli pare. Due domande attendono risposta: perché andare fino a Casale, ristrutturare un cascinale affittato alla “modica” cifra di 6.000 euro al mese per ospitare 24 profughi, e perché per farlo ci si è affidati proprio alla cooperativa Azimut?