di Renzo Penna
Ieri sera sul tardi Rai News ha trasmesso, quasi per intero, una lunga intervista del Cardinal Martini, ripresa durante la sua permanenza a Gerusalemme, che ha ripercorso con semplicità ed efficacia le varie fasi della sua vita, per intero dedicata alla fede e alla religione. Particolarmente belle le immagini del suo ingresso a Milano tra la folla dopo la sua nomina a vescovo. Imponenti e, nello stesso tempo semplici. Più vicine alla rappresentazione di un aggiornato “quarto stato” che alla ridondanza di altre celebrazioni religiose del cattolicesimo. Non sono pratico di santi e santità e l’accelerazione di alcune recenti santificazioni mi sono parse più rispondenti alle necessità e ai bisogni di affermazione dell’apparato e della struttura della chiesa, ma il lungo racconto degli episodi della vita di Carlo Maria Martini e le modalità naturali decise per la sua morte non possono che suggerire che egli sia stato (come diceva mia mamma anche per persone meno impegnate con la religione) un “sant’uomo”. E a proposito di persone impegnate che, in contesti molto più difficili del nostro, hanno sacrificato la loro vita in difesa e per l’emancipazione degli ultimi, forse un ripensamento della chiesa cattolica nei confronti della figura del Cardinal Oscar Romero assassinato nella sua chiesa in Salvador, non guasterebbe.
Sempre Ieri sera al Tg3 delle 11 il vice direttore di “Libero” a proposito della scomparsa di Carlo Maria Martini ha sostenuto che alcuni che scrivono sul suo giornale mettono in dubbio che il Cardinale sia stato cattolico. Sul merito non mi pronuncio non avendo le competenze, ma bisognerebbe che in queste occasioni almeno la volgarità e il cattivo gusto ci fossero risparmiati. Almeno dal Tg3.
Diritti Civili – Davvero poco fortunata la vicesindaca di Milano Maria Grazia Guida (cattolica del Pd) che si è messa di traverso contro la proposta di testamento biologico avanzata da un collega della medesima Giunta Pisapia.Smentita nelle stesse ore dalla decisione del Cardinale Martini di voler morire senza un inutile accanimento terapeutico. E’ una speranza vana auspicare che dalla lezione di Carlo Maria Martini i cattolici italiani ( almeno quelli del Pd ) apprendano e si convincano – come ha sostenuto ieri Michele Serra nella sua giornaliera “amaca” – che “non possono costringere il resto degli italiani a vivere e a morire secondo precetti che non gli appartengono.
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