La situazione in Comune è al limite della follia ed è diventata per molti insostenibile. C’è molta paura per diversi motivi. Il primo “colonnello” di Rita Rossa ad abbandonare la nave sarebbe il segretario generale Antonio Tumminello
di Max Corradi
Alessandria – Se, come dice il grande Giulio, a pensare male si fa peccato ma non si sbaglia mai, ad Alessandria non si fa neppure peccato perché il male che si pensa è solo una parte di quello vero. Ci si riferisce, ovviamente, alla vita politica della città con annessi e connessi. Solo per quanto riguarda i primi cento giorni di vita della Giunta abborracciata della sindaca Rita Rossa se ne sono viste di tutti i colori: dalla decapitazione senza giusta causa di Amag, all’approvazione del dissesto, dalla creazione illegale della multiservizi Costruire Insieme, all’aumento indiscriminato delle tariffe, dall’irrisolta vicenda di quella famiglia di poveracci rimasti senza casa nonostante le promesse di Rossa e Ivaldi e tuttora in mezzo ad una strada, alle nomine per lo meno inopportune nel Cda di Amag, dalla convocazione dei sindacati sbagliati (cioè non rappresentativi) dei dipendenti Atm (con relativa, vibrante e sacrosanta protesta dei sindacati rappresentativi), alla tirata d’orecchie della Banca di Legnano alla sindaca per farle capire – per quanto possibile – di non disturbare oltre, alla promozione del segretario generale Antonio Tumminello con relativo aumento del 50% della retribuzione. A questo proposito Tumminello si è giustificato dicendo che di aumenti di stipendio non ne ha visti, ma ha dimenticato di dire che, senza quel “ritocco”, chiamiamolo così, il suo stipendio sarebbe diminuito del 30%. Cose dette a metà, mezze verità, miserabile e grottesco gioco delle parti, isterismi della sindaca che prima di esibirsi e scagliarsi in consiglio comunale e sotto le telecamere contro il “baffino pelato” si assicura sempre che ci sia un buon pubblico osannante in piccionaia ad assistere (se ci fate caso prima di prendere la parola la sindaca lancia sempre un’occhiata in alto dov’è il pubblico, e poi inizia lo show). Insomma: una farsa. Ed ora, ancorché per via indiretta, si viene a sapere che proprio Totò Tumminello, 56 anni da Agrigento (Trinacria) e laureato in legge a Palermo (Trinacria), segretario generale ad Alessandria dal 2002, quasi sicuramente taglierà la corda. Al suo posto dovrebbe arrivare tale Formichella Giuseppe, per gli amici Peppino (così Rita Rossa sempre pronta a fraternizzare è informata), attualmente impiegato a Sanremo. Perché Tumminello se ne va? Esaurimento nervoso per lo “stress da gestione rossiana” oppure ha qualche scheletro nell’armadio per cui è meglio “cambiare aria” prima che sia troppo tardi? Gli amici de Lo Spiffero di Torino che hanno dato per primi la notizia non si sbilanciano ma scommettono sul fatto che Totò da Agrigento voglia defilarsi perché si sente arrivare addosso come un tram un’inchiesta giornalistica piuttosto cattiva, essendo, secondo Lo Spiffero: “uno dei principali registi dietro le quinte dell’operazione anti-Fabbio, che ha portato all’esposto alla Corte dei Conti, che aprì il procedimento di verifica dei conti comunali prima di decretarne il dissesto”. Insomma nell’armadio di Tumminello, sempre secondo i bene informati, ci sarebbe un bello scheletrone: il complotto politico amministrativo per far fuori Piercarlo Fabbio. Ed ora, se i sospetti fossero veri (ricordate?…a pensar male…), si capisce perché la sindaca Rita Rossa, dovendo scegliere per l’amico Totò da Agrigento un aumento che va da un minimo ad un massimo, ha scelto il massimo (il contratto prevede un minimo del 10% ed un massimo del 50% di maggiorazione). Infatti i Comuni, nell’ambito delle risorse disponibili e nel rispetto della capacità di spesa, per legge non sono certamente obbligati a conferire sempre il massimo, ma è consentito al sindaco una valutazione discrezionale di incremento che deve sottostare alle disponibilità di bilancio. Il Maligno, che oltre del direttore è anche amico mio, mi ha giurato che la sindaca doveva rendere un piacere grosso come una casa a Totò, e così ha onorato l’impegno più che ha potuto. Intanto, oggi nelle stanze giuste di Palazzo Rosso, si faceva già il nome del sostituto di Totò da Agrigento che, come abbiamo detto prima, dovrebbe essere l’attuale segretario generale del Comune di Sanremo, Giuseppe Formichella, 46 anni, da Torrecuso in provincia di Benevento, già numero uno della burocrazia municipale di Trofarello e Grugliasco, nell’hinterland torinese, prima di approdare in Liguria alla fine del 2009.
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