Ponzone (AL) – Uno dei due italiani rapiti in Siria abita in paese con la famiglia, è Oriano Cantani, ingegnere di 64 anni che la tv di Stato siriana ha mostrato ieri in un albergo di Damasco, affiancato da un altro italiano, rendendo noto che è stato liberato dopo otto giorni di prigionia nelle mani di presunti ribelli, poi neutralizzati – secondo la versione governativa – da alcuni militari fedeli al regime di Bashar al Assad. Ma se gli aggiornamenti dal Medio Oriente sono frammentari specie sulla sequenza che ha portato alla cattura di Cantani, non c’è dubbio che da ventiquattrore il paese s’interroghi sulla data del suo rientro. Lo aspettano tutti per fargli una festa tutta per lui perché dopo uno spavento così se lo merita. Oriano, dopo aver vissuto a lungo a Genova, da otto anni si era infatti trasferito in una villetta in frazione Ciglione. A Ponzone, in corso Acqui 6 un paio d’anni fa aveva aperto l’emporio Dolci Terre, dove vendeva articoli per ferramenta e altri oggetti. Chiuso da qualche mese. Allo stesso indirizzo Cantani ha poi installato la società C.M. Progetti. Pochi mesi fa è partito per Damasco, per conto di Ansaldo Energia l’azienda per cui ha lavorato fino alla pensione: consulente per quelle centrali energetiche di cui è grande esperto. Per il suo ritorno occorrerà attendere ancora qualche giorno. “La situazione è ancora molto delicata – ha detto ai cronisti la moglie Annamaria Micheli -, abbiate pazienza ma per ora preferisco non rilasciare dichiarazioni”. Col marito ha già avuto una breve conversazione telefonica. “Era là da due mesi – ha aggiunto la signora Cantani Micheli -, quando è successo quel che è successo. Aspettiamo di capire la dinamica, parlare ora non sarebbe opportuno”. Oriano non ha ancora lasciato la Siria e i famigliari sono prudenti. “Non è finita – dice il figlio Luca, dalla sua casa di Priaruggia, a Genova -, aspettiamo di riabbracciarlo”.
“Speriamo torni presto – ha detto il sindaco di Ponzone Gildo Giardini – il più presto possibile”.
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