Alessandria – Il salumificio Gay di Montecastello è nato nei primi anni del ‘900 e pur rimanendo una realtà piccola (massimo 30 lavoratori) produceva salumi (prosciutti cotti, cotechini, salami, pancette, salamini, salsicce) il cui marchio era conosciuto oltre che nell’alessandrino, anche in Liguria, Lombardia, Valle D’Aosta. Il lavoro non è mai mancato ed i dipendenti non si sono mai tirati indietro, anzi hanno sempre dato
disponbilità di orario, massimo impegno, dimostrando attaccamento al lavoro ed all’azienda. Senza volere fare i conti in tasca a nessuno, i tre titolari devono avere guadagnato parecchio in tutti quegli anni, ma dal 2009 hanno iniziato a ritardare gli stipendi, a comunicare l’intenzione di cedere, di vendere, di chiudere, e ad oggi la situazione è che i lavoratori sono stati collocati in cassa integrazione, prendono gli stipendi in ritardo e soprattutto non hanno alcuna notizia su quello che succederà loro. A più riprese sono state comunicate trattative in corso per la vendita, ma a quanto pare non va in porto nulla e nel frattempo i locali sono stati vuotati. L’atteggiamento della proprietà continua in linea con quello tenuto anche nei tempi buoni: nessun rispetto per i propri dipendenti che anzi vengono visti solo come un costo ed un problema e a cui si risponde spesso con maleducazione. Il sindacato non aveva mai messo piede nella fabbrica, ma da quando sono iniziati i problemi i dipendenti hanno iniziato ad iscriversi e si sono svolti alcuni incontri anche presso l’Ufficio del Lavoro con la proprietà ed il proprio consulente Ragionier Bassi di Castelnuovo Scrivia. Gli impegni assunti in quelle sedi sono stati mantenuti in ritardo per quanto riguarda le retribuzioni e non rispettati su rotazione ecc. Le risposte anche al telefono per i solleciti che vengono fatti sono sempre gli stessi: non ci sono soldi, appena possiamo paghiamo, facciamo quello che è possibile… Se va in porto la vendita… Certo fa specie che una realtà che è arrivata sicuramente a guadagnare parecchio negli anni passati si sia ridotta in questo modo, eppure a guardare il salumificio non si è speso certo né in investimenti, né per i dipendenti. Chi si è licenziato attende ancora la liquidazione e riceve le stesse risposte dei dipendenti in forza. E a domanda: ma che intenzioni avete? Perché non licenziate i dipendenti visto che non producete più, la risposta è: a noi va bene così… Per fare cosa? I lavoratori sono esasperati, hanno un’età media piuttosto alta, difficile trovare un nuovo lavoro e gli ammortizzatori stanno finendo. Possibile che in questo Paese se le imprese vanno bene è merito degli imprenditori e quando vanno male non è colpa di nessuno e soprattutto chi paga sono sempre e solo i lavoratori?
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