Alessandria (Andrea Guenna) – Sono molte le ombre che si allungano sul processo che vede coinvolti due farmaciste e quattro medici novesi per lo scandalo delle fustelle che sarebbero state pinzate su ricette presumibilmente scritte da medici “compiacenti” per ottenere il rimborso dall’Asl. Uno scandalo, o presunto tale, scoperto dal programma “Le Iene” nel 2012. Innanzi tutto non si capisce come mai, per lo stesso fatto, l’ex titolare della Farmacia dell’Ospedale, attualmente sotto processo, abbia subito dal suo ordine professionale un grave procedimento disciplinare, mentre ai quattro medici che avrebbero firmato le ricette non hanno fatto niente. Se la legge è uguale per tutti a tutti i livelli, non ci sembra molto liberale sanzionare una persona prima che sia stato emesso un giudizio definitivo nei suoi confronti. Così mentre la dottoressa Francesca Lavezzaro s’è “beccata” una sospensione dall’ordine dei farmacisti, alla dottoressa Nicoletta Zanni ed ai suoi colleghi dottori Francesco Bonomo, Giacomo Burrone e Gian Erminio Dagna, coinvolti con la stessa gravità nella vicenda, l’ordine dei medici non ha torto un capello. Certamente, a quanto sembra, meglio il secondo ordine professionale che, diligentemente, attende l’esito del processo prima di procedere in un senso o nell’altro.
Detto questo, ieri mattina, durante l’udienza in Tribunale, c’è stata la deposizione dei testi, fra i quali la giornalista Nadia Toffa de “Le Iene” (nella foto tratta da La Stampa) che ha ripercorso le puntate della sua inchiesta televisiva con chiarezza e precisione. Il processo gira intorno al presunto defustellamento delle scatole di medicinali “poi gettati, quando non erano ancora scaduti” o venduti al banco “a prezzo pieno”, per i quali l’Asl , che aveva pagato le ricette, si era costituita parte civile ma, in forza del risarcimento di 50.000 euro, ha ritirato la denuncia. Come prova “schiacciante” ci sarebbero le riprese effettuate con un paio d’occhiali con microtelecamera dal praticante infiltrato nella Farmacia dell’Ospedale diretta dalla Lavezzaro. Nel servizio a puntate andato in onda nel corso del mese di novembre del 2011, mentre Nadia Toffa stava “mettendo all’angolo” durante un’intervista la dottoressa Lavezzaro effettuata in farmacia, il collega era nello studio medico di Via Cavallotti 112 ad intervistare la dottoressa Zanni che, insieme agli altri medici dello stesso studio, avrebbe scritto le ricette riferite alle fustelle staccate dai farmaci che sarebbero poi stati buttati. Tuttavia quello che lascia perplessi è che i testi ascoltati dalla giudice Claudia Seddaiu, incalzati dalle domande del pm Francesca Rombolà e dei difensori Giuseppe Cormaio, Daniele Amapane, Piero Monti e Enzo Ferrarese, hanno dichiarato che hanno sempre acquistato i farmaci dietro regolare ricetta e con regolare scontrino, anche perché, essendo tutti anziani e malati cronici (ieri una signora si muoveva col girello, un’altra è caduta prima di entrare in aula) avevano bisogno costante di cure. Poteva capitare che la Lavezzaro, conoscendoli, desse loro le medicine che prendevano sempre e che avevano finito, anche senza ricetta, staccando la fustella che poi, però, avrebbe pinzato sulla relativa ricetta firmata successivamente dalla Zanni o dai suoi colleghi.
Il fenomeno delle fustelle “volanti” sarebbe diffuso un po’ dappertutto e Nadia Toffa ieri, fuori dall’aula, ha ammesso di aver visitato anche altre farmacie in Italia scoprendo lo stesso andazzo con prescrizioni di farmaci in numero superiore a quello consegnato al paziente, medicinali defustellati e venduti a prezzo pieno, per incassare sia dal privato che dal servizio sanitario nazionale. C’è da dire però che ciò è possibile con farmaci di basso costo ma non con quelli molto cari, rimborsati totalmente dal servizio sanitario nazionale, che sono oggetto dell’indagine novese, per i quali non è possibile, o è molto difficile, a meno che non si abbiano complicità bestiali all’interno dell’Asl, fare del “nero”.
Inoltre c’è da chiedersi se a Novi altre farmacie facessero la stessa cosa, in quanto ad un certo punto dell’intervista della Toffa, a proposito delle fustelle “volanti” la dottoressa Lavezzaro e la dottoressa Bona hanno detto chiaramente: “Ma lo fanno tutti”.
Cosa intendevano dire?
E poi: tutti chi?
Tutti a Novi o anche altrove?