(Cichinisio) – Massì, in fondo che ci vuole pensare, attrezzare, allenare e gestire un’autentica corazzata qual è questa l’Alessandria? Il bello è che, quando ci troviamo davanti alle cose fatte per bene, diamo spesso tutto per scontato, come se ci fosse un modo solo per farle. Nel calcio invece è davvero difficile fare le cose per bene e alla base bisogna creare le condizioni e individuare gli uomini giusti. Poi se vedi una squadra come l’attuale Alessandria che tiene costantemente l’avversario a quaranta metri dalla propria porta (perché questo è il dato fondamentale, ben più delle giocate in attacco riproducibili quasi ovunque con certi attaccanti a disposizione) si pensa che, in fondo, non sia poi così difficile. Invece è difficile, difficilissimo, perché significa avere un gruppo di giocatori decisi a dare il meglio, motivati a battere qualunque avversario e per farlo essere disponibili a lavorare in campo e, soprattutto, durante la settimana come negri (si può dire “negri” o ci denunciano di nuovo all’Ordine dei Giornalisti? Boh, speriamo bene). E ad ogni esercizio fisico forzare come fosse l’ultima cosa che si fa o, quando si provano situazioni di gioco, essere concentrati come quando si affronta un’importante sessione d’esame. Poi nel tempo libero avere cura ed attenzione per la propria salute fisica e mentale. Durante la partita invece il gruppo deve essere granitico, avere la percezione che dove non arriva il tuo compagno ci devi arrivare tu per avere la certezza che quando non ci arrivi tu qualcun altro lo farà per te. Come vedete non è poi così difficile essere un gruppo vincente.
Il difficile è imparare e lavorare per esserlo.
Il difficile è trovare chi sa toccare le corde giuste e possedere l’autorevolezza per diventare un ascoltato e preciso punto di riferimento.
E, ancora più difficile, trovare slancio, forza e motivazioni perché tutto questo duri per tutto l’arco di un campionato.
Poi quando si può contare su giocatori che tecnicamente ed umanamente sono al top della categoria è logico sperare in un campionato di vertice mentre se il materiale tecnico è inferiore ma la consistenza del gruppo c’è l’obiettivo di stagione, qualunque esso sia, è quasi garantito.
Se comunque vi sembra che abbia detto banalità e cose risapute andate a dirlo a quelli del “Trio Lacrima” i quali la settimana scorsa durante una trasmissione radiofonica, hanno avuto l’ideona di intervistare tal Guazzo. E, come se non bastasse, gli hanno pure chiesto come mai nell’Alessandria due anni fa era stato emarginato. Lui ha risposto candidamente che non ne conosceva i motivi. Ci credo, perché i motivi li ho già elencati io a suo tempo, e si riferiscono a valori che Guazzo, almeno qui da noi, ha praticato poco. E se così facendo qualcuno pensa di celebrare al meglio la storia dei Grigi penso che preferirei sentir parlare lorsignori della Seconda Guerra Punica, tanto Annibale non s’incazza più.