Alessandria – Lo chiamano confidenzialmente Bando Periferie e altro non è che un’elargizione del Governo Renzi alle città metropolitane (Roma, Torino, Milano… in realtà sono 14 comprese Cagliari e Messina) e ai capoluoghi di provincia, circa 100, oltreché alla città di Aosta. A quanto ammonta il tesoretto? A 500 milioni di euro. Che detto così sembrerebbe una gran cifra (da notare che il decreto porta la data del 25 maggio 2016 e puzza lontano un chilometro di promessa elettorale e non di più).
Basta guardare dentro al bando per capire che non ce ne sarà per tutti e che anzi, molti rimarranno o a bocca asciutta oppure si vedranno drasticamente decurtate le proposte di spesa. Perché le città metropolitane potranno concorrere fino a circa 40 milioni (e fossero tutte soddisfatte, per gli altri non rimarrebbe granché: 14×40 fa infatti 560 milioni, oltre i limiti del tesoretto stanziato), mentre i capoluoghi di provincia per 18 milioni. Anche in questo caso possiamo fare una piccola moltiplicazione: 18×100=1800 milioni. Per soddisfare tutti nella misura massima prevista ci vorrebbero più di 2 miliardi.
Ma tant’è, la speranza è ultima a morire e si può ritenere che non tutte le città metropolitane parteciperanno, anche a causa del ridotto tempo a disposizione (90 giorni), per presentare i progetti e quindi qualche euro in più potrà arrivare, si pensa, qui da noi. Probabilmente non tutti quelli che saranno chiesti entro il 29 agosto prossimo.
Occupiamoci di noi. La Giunta Rossa, che vi ricordo ha il motto “insieme”, per proprio conto, nelle segrete stanze del Comune ha elaborato il suo progetto perfettamente ad hoc per la nostra rubrica che si chiama “Luci in Frascheta”, vista l’attenzione posta alla zona nord-est della città e il titolo un poco altisonante: “Marengo Hub. Da periferia a comunità”. Al di là che Marengo è tanto comunità da aver addirittura concorso a fondare Alessandria ed è uno dei luoghi cult dell’Europa moderna, tale che chiamarlo periferia è un’offesa alla sua storia, tutto il progetto, che conta una richiesta di contributo di 18 milioni (il massimo consentito dal Bando) si basa essenzialmente su una pista ciclo-pedonabile con ben due passerelle – di cui una sulla Bormida – e una che sovrasta la provinciale più o meno all’altezza del Platano di Napoleone e raggiunge il Quartiere Borsalino. La pista parte dalla rotonda AMAG, costeggia la ex-statale (non è il massimo come ecologia di sistema e comunque meglio non respirare a pieni polmoni) per un tratto, viaggia dietro alla Paglieri e all’ex zuccherificio, arriva a Spinetta in via Genova, svolta in via Clemente, raggiunge il semaforo del Cimitero di Spinetta e poi attraversa la provinciale per Castelceriolo e entra nel comprensorio di Marengo raggiungendo la Villa Delavo e se volete anche la Torre di Teodolinda. Costo dell’operazione fra snodi, agganci, passerelle sul fiume e connessioni? Circa 8 milioni di euro.
Per godere delle sinergie con i privati, si è agganciato il progetto con il Palazzo dell’edilizia, che sarà finalmente costruito, su progetto dell’archistar Daniel Libeskind, dal Sistema edile della provincia di Alessandria, che dovrebbe aver superato i suoi infiniti problemi. E che fa levitare il complesso degli investimenti a 30 milioni, di cui solo 500 mila euro spesi dal Comune.
Oltre alla Pista si vorrebbe intervenire sulla scuola Caretta di via del Ferraio e sul Centro Sportivo Comunale Quartieruzzi e sul Museo di Marengo, nonché realizzare una rete di teleriscaldamento per Spinetta in sinergia con le aziende del territorio, probabilmente fra tutte la Solvay. Ma queste sono cose che verranno rivelate in futuro, perché oggi dopo la “tre giorni” di fine agosto (24 la Giunta delibera, 25 la Commissione valuta la variante di PRGC per la pista, 26 il Consiglio adotta l’atto della commissione), non troppo di più si sa.
Ma se, in omaggio al bando che definisce le periferie come aree urbane caratterizzate da marginalità economica e sociale, degrado edilizio e carenza di servizi (la Fraschéta è tutto meno che questo e Spinetta in special modo) e occorre tra i criteri aver pensato a qualità ed innovatività economica sotto il profilo organizzativo, gestionale, ecologico ambientale e architettonico, nonché la capacità di rivitalizzare economicamente, socialmente e culturalmente il contesto territoriale scelto, le speranze di vedere promosso in pieno il nostro progetto non sono tantissime.
Comunque si spera per il bene della città che qualche milione, alla fine, arrivi. Sarebbero i primi, dopo quattro anni e mezzo, interamente accreditabili a questa Giunta, che finora ha galleggiato con soldi ed idee dell’amministrazione precedente, vedi Ponte Meier, Pisu, Piazza Santa Maria di Castello e compagnia cantante.
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